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Fotoracconto di Drago Calogero - Alia Pubblicato il 15/07/2017
Carissimo Nino.
Con tutta onestà, non ricordo chi reggeva le sorti del comune di Alia quando quel freddo pomeriggio di Gennaio andai via per sempre.
Non saprei dire se, e quanti familiari, parenti e amici avrà impostato costui, ma di una cosa sono certo, ne lui ne quelli prima di lui ne i successivi che si sono avvicendati sono stati la causa del mio andar via e del non farmi ritornare.
Mi ha fatto male nei giorni di campagna elettorale aver spesso letto lo sfogo di chi (a loro detta) sono andati via per causa del sindaco Caio o del sindaco Sempronio in quanto non hanno creato posti di lavoro.
Eppure è risaputo che un sindaco non ha mansioni di imprenditore così come è risaputo che un qualunque comune non è un`azienda.
Mah...........:
Ti ho voluto indirizzare questo mio post in quanto in te ho intravisto l`emblema dell`emigrato tipo, durante o nell`approssimarsi delle varie consultazioni.
Mentre scrivo penso e mi viene spontaneo fare un salto nel tempo dove in me riemergono le letture della prima gioventù per ritrovarmi ad inciampare tra le pagine del Cervantes.
Avrei voluto fare qualcosa per fermare quella tua esplosione di altruistico amore (in questo caso esternato ad orologeria), invece e me ne dolgo, con il mio silenzio (a posteriori sono convinto che mi sarei impantanato anch`io al pari o forse peggio di chi ha esternato sentenze) ho fatto la fine dell`oste.
Hai sicuramente tante ragioni (io li definirei passioni) dalla tua parte, ma ti manca (lo ribadisco spesso)l`idea di quegli ottanta centimetri che altro non sono che la barriera insormontabile tra chi chiede e chi deve dare, tra chi progetta e chi deve far si che qualcosa si possa realizzare, tra chi sistematicamente e senza vergogna alcuna vuole necessariamente distruggere per ribaltare il proprio punto di esposizione e chi legittimamente legittimato prova a contrastarlo cercando freneticamente di schivare sgambetti, illazioni e infamie.
Tuttavia e ritorno al "mah" è innegabile che tutti i paesani sparsi per il mondo rappresentano una grande potenzialità e ritengo giusto anzi doveroso da parte loro contribuire ognuno secondo le proprie possibilità, sopratutto in termini di idee. Ho detto idee che non dovrebbero essere altro che semplici e consapevoli imbeccate (e non intromissioni forzate) a un determinato problema da risolvere o a un progetto da poter realizzare.
Ai legittimati, (che non sono imprenditori) eventualmente saperne fare tesoro, saper coscientemente vagliare, valutare, seminare (ecco il loro vero compito "creare opportunità") ed eventualmente "far" raccogliere i frutti. Ti chiedi: "a chi?" (e chi vuoi chi ti dicu Nino!) spero anche a chi queste quattro pietre li ama da lontano e che tante e tante volte (alcuni di loro) provano a spandere profumo che purtroppo alcuni di chi li vive spesso trasforma in lezzo e viceversa.
A proposito di frutti, non mi risulta che ne crescano tanti tra pantani e deserti dove facilmente si possono insinuare parassiti di ogni genere. Allora?
Allora! secondo il mio punto di vista sarebbe opportuno individuare un terreno bonificato.
Momentaneamente, visto che la buriana è passata, ritorniamo ad immergerci in pantani e attraversare deserti, tra illuminati "buon giorno" e illuminanti "serene Notti". Per ritornare Don? abbiamo tempo ancora cinque anni.
Un caro saluto a te e a tutti.

 



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