Che festa quel giorno ! - Fotoracconto di Cannici Giacomo

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Che festa quel giorno !

Fotoracconto di Cannici Giacomo - Alia Pubblicato il 18/10/2017
“ Ragazzi, ragazzi, quest`anno siamo in finale ! disse Nino Gancitano con la voce tremula per l`emozione
Era il 19 settembre del 1976 e l`Alia vinceva il torneo delle Madonie.
Per tutta la cittadinanza Aliese fu una festa grandiosa; un carosello di auto, con i clacson a pieno ritmo, attraversava il paese e tutti in giro per le sue vie a partecipare, a chi poco conoscesse il calcio, che Alia aveva vinto, aveva vinto qualcosa d’ importante.
Dopotutto, Alia non aveva mai avuto una squadra di calcio che partecipasse a campionati maggiori e quella vittoria, per noi Aliesi, fu come una vittoria dell`Italia nel campionato del mondo.
Cosi, il 19 settembre di quell`anno, ci recammo a Collesano (Pa), per raggiungere il luogo dell`incontro calcistico.
Con i mezzi disponibili auto, moto, autobus fummo a Collesano, pieni di emozione e di attesa.
Paolo Di Natale,il portierone della squadra mi disse: fammi viaggiare con te, andiamo in macchina, perché non so se posso viaggiare in autobus, poiché al solo pensiero della partita mi sento male e sai, iddi mi fannu subitu l`iniezione e ia nun mi la vuogghiu fari.
Risposi tranquillizzandolo, Paolo...non succederà niente, tutto andrà bene, non fare cosi.-
Celeste,terzino rompicapo era impaziente e desiderava che partissimo subito e con voce alta esclamò: ” o ninni iamu subitu o ti giuru ca riestu ca !
Silenzioso e pensieroso, come suo modo di essere, il grande capitano Enzo Iovino, ragazzo serio, un po` introverso, ma gentile in tutte le sue manifestazioni, si interessò a trovare il posto auto a tutte le persone anziane che espressero il desiderio di volere partecipare alla grande festa.
Andando in giro per vedere l`assegnazione dei posti per la partenza, cercavo con lo sguardo, Pino Costanza, il grande calciatore, che furbetto del gruppo, si nascondeva per non farsi vedere.
Ed allora chiesi: - ragazzi, dove stà Pino, che fa non viene, è ancora a casa che dorme? Andiamolo a chiamare, ca chiddu ni lassa in tridici...
Da dietro l`angolo, con passo lento e flemmatico, arrivò Pino che esclamò: “ ihh...chi fa vi scantati si nun vìegnu ! “
Gli rispose prontamente Ciccio Runfola: ”talè Pinu ! cerca di caminari ca a ma fari strata e tu nun pua mancari e un fari lu furbu capisti? “
Don Totò Geraci, il nostro grande presidente impaziente per le discussioni inutili, ma divertenti, ci richiamò con saggezza all`ordine e alla responsabilità dicendo:  Picciotti allibirtamuni e finiemula cu stu babbiu .
Salvatore Costanza, centravanti della squadra, con fare imponente dava scappelloti a tutti e accompagnava il gesto con l`espressione:  Un vi preoccupati cà la cafiata ci iamu a fari !!...
Il Prof. Lillo Librizzi, segretario della società, distribuiva i soldi per la benzina a tutti quelli che dovevano guidare le macchine e rivolgendosi a Giacomo Runfola, gli disse: Te cincu mila liri, ca cincu ti li detti prima ... e quannu ? - disse Giacomo - ca cu cincu mila liri a cu a va fari scantari...
Arrivammo a Collesano, circa mille persone assistettero alla partita (ALIA - GANCI), giocammo, vincemmo e fu una grande festa.
Che festa quel giorno.
Ci tengo a salutare coloro che non sono stati menzionati, ovvero:
Giovanni Faro, Ludovico Valenza, Pietro Mineo, Carmelo Mineo, Totò Marhiafava, Nino Marchiafava, Nino Chimento, Nino Guccione, Michele Zangara, Santo Vicari , Luigi Di Natale e i miei colleghi di un tempo, gli arbitri Rino Guida, Peppino Mistretta e Peppino Lo Jacono.
Grazie, grazie a tutti. Che bella festa !
Giacomo Cannici

Nella foto : il ricordo della vittoria.
Da: Radici & Civiltà - Appartenza al Territorio II

 



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