C’ERA UNA VOLTA “ L’ASGA” - Fotoracconto di Cannici Giacomo

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C’ERA UNA VOLTA “ L’ASGA”

Fotoracconto di Cannici Giacomo - Alia Pubblicato il 07/08/2018
Nel 1962 nasce l’ASGA, (Associazione Sportiva Gioventù Aliese) fondata da Carmelo Cortese coadiuvato da un gruppo di amici.
Ad Alia nel 1962 non esisteva campo sportivo, gli allenamenti si svolgevano in Via Garibaldi, proprio davanti la Scuola Elementare o sulla trazzera di “San Giuseppuzzu”.
La Sede, dove i ragazzi di quel tempo si riunivano era nella stessa via, era la casa di Ciccio Privitera.
Un vecchio portone scricchiolante veniva aperto da una grande chiave di ferro, subito una ripida e pericolosa scala che portava al secondo piano in una stanza illuminata fievolmente da una finestra, posta su un balconcino malandato, con un vetro frantumato chissà da quanto tempo.
Qualche sedia con il pianale in corda e un un vecchio tavolo in legno ruvido e li sopra spiccava un quaderno con la copertina nera, lucida, i bordi dei fogli di color rosso brillante, sulla prima pagina, a caratteri cubitali, si leggeva cosi: “ ASGA: Tesserati.”
A terra dei cartoni un po afflosciati, poggiati alle pareti della stanza, all’interno le magliette, alcune da lavare, calzettoni e pantaloncini per essere usati nelle gare domenicali;
per quanto riguarda le scarpe da gioco, neanche a sognarle, se qualcuno aveva la fortuna di possederle, li teneva gelosamente custodite a casa per non dare l’opportunità ad altri di calzarle anche se di misura diversa.
Arrivava l’attesa Domenica e tutti giù, si proprio giù, per raggiungere a piedi la Stazione  Roccapalumba /Alia per poi iniziare la partita di pallone con il Lercara, Castronovo, Vicari o  Roccapalumba .
Si giocava sempre contro i ragazzi di questi paesi limitrofi, li al campo della Stazione, un campetto di 75 metri per 35 di larghezza.
Due porte senza rete, i pali ( storti e sgangherati) in legno , anneriti dal carbone sistemato ai bordi del campo e dal fumo dei treni a carbone condotti da macchinisti che si sarebbero fermati pur di vedere un po di partita, e che, tirando quella manovella facevano ascoltare quel fischio inconfondibile del treno a carbone in segno di saluto.
Si, proprio quel fischio che mancava in campo, si giocava senza arbitro, falli, punizioni, calci d’angolo o eventuali calci di rigore erano decisi dopo discussioni animate e continuate dai calciatori in campo.
E se la palla rotolava sopra i pallet di carbone ? Chi andava a prenderla ?
E quando finiva la partita dov’era la doccia ?
Un rubinetto con un sottile filo d’acqua,nel cortile delle case site davanti al campetto, era sempre li ad attendere quei ragazzi anneriti dal carbone.
E dopo la “rubi/doccia” la risalita a piedi ad Alia per il ritorno a casa, stanchi ma soddisfatti.
Dopo aver visto una foto di Nino Chimento portiere, in un intervento con i piedi, in quella foto mi rivedo ragazzino a 10 anni, dietro la porta senza rete, di Nino.
Che emozione...
E come arrivavamo noi ragazzini alla Stazione ?
Bastavano 15 lire (andata e ritorno ) con la corriera in servizio per la Stazione.
L’estate poi finì,con l’inverno, autunno, primavera e con tutte le successive domeniche, inesorabilmente spazzate via dal tempo….che non ti dona neanche la gioia di aver vissuto un goal…

Giacomo Cannici


Chi ha giocato li, al campo della stazione ? Ci provo…
Se nell’elenco manca quale nome, mi scuso e attendo suggerimenti per l’inserimento. Grazie

 



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