Voci Siciliane

ALBERGAMO FRANCESCA ALBERGAMO FRANCESCA Pubblicato il 30/01/2012
“ LA BALLATA DELLA CITTA’ NUOVA” <br /><br />Sono tornati<br />Ma a di

“ LA BALLATA DELLA CITTA’ NUOVA”

Sono tornati
Ma a di

“ LA BALLATA DELLA CITTA’ NUOVA”

Sono tornati
Ma a dire il vero non se n’erano mai andati
I vecchi – giovani
come corvi, in marsina e colletti inamidati.
Hanno in mente un piano straordinario
nella sua struttura moderna
nella sua logica di lungimirante follia e costante miopia

Nulla della sana demenza dell’utopia
quella che prevedeva la speranza
quella che GRAMSCI vide nella “CITTA’ FUTURA”
quella che animò uomini giusti di buona volontà
che riempì le carceri di carne martoriata e i campi con le croci.

Nulla di tutto ciò
È solo la follia dell’omologazione in nome del potere già costituito
ma riveduto, corretto, per l’occasione lustrato e lucidato.
Sempre gli stessi, sempre uguali
la differenza sta nelle maschere
e dietro le maschere, il solito progetto che prevede
il solito incastro perfetto nell’architettura della “città nuova”.

Per mattoni i soliti numeri da snocciolare
nella conta delle urne: democratico imbroglio
in cui tutti possano riconoscersi, possano contare.
Per cemento l’annacamento che dà l’idea del cambiamento
tutto resta immobile, immutabile, là dove tutto sembra mutamento.
E per pensiero quell’unico rimasto
sulle note del dare e avere, del “si salvi chi può”
del “ voglio la mia fetta, ho figli”
del “ sono giovane, ma voglio la mia fetta di potere, non importa come”
del “voglio salvare la città dagli oppressori, dai ciarlatani, millantatori
truffaldini, poteri forti, collusi, ecc… con i quali da più di trent’anni,
di volta in volta, attivamente e passivamente, controllo le sue mura”.

Tutti dentro per costruire la “città nuova”
Tranquilli, sarà mantenuto  il vecchio impianto, nessuna innovazione
Non è prevista la meritocrazia
Bandito il rispetto delle regole, pure quelle delle verità
Escluso Il ricambio generazionale
Neppure aria nuova da respirare
Un futuro su cui puntare
Fatta fuori anche l’onestà intellettuale, persino quella normale, si capisce però, solo in casi straordinari
Previsto pure l’oppio per l’elettore affamato, da sfruttare e ingannare, fosse anche per l’ultima occasione, tanto vale.
Per quello col cervello all’ammasso, oppio risparmiato.

Tutto nuovo tutto vecchio
Tutti uguali chi è stato onesto e chi ha truffato
Per dirla tutta l’onesto è considerato anche un po’ cretino
chi ha truffato è stato solo uno capace, solo un po’ furbetto e malandrino
ma solo quanto basta, quanto è aderente a questa società.
Ed egli, il furbetto truffaldino, è anche generoso
è persino disposto ad insegnare l’arte d’arrangiarsi al povero onesto cretino.
Così va il nuovo mondo: includere l’onesto nel progetto
e renderlo innocuo…PERFETTO!

Sia chiaro però, nella città futura saranno tutti uguali
ma ci saranno quelli più uguali degli altri
basta mettersi in fila, sotto a chi tocca
l’ultimo arrivato resta in coda.
E ad avanzare sarà sempre il vecchio nuovo
sempre quello sempre uguale:
venditore del nulla, persino un po’ ridicolo e banale
tutti gli altri in fila scomposti, ingenui e furbetti, consapevoli deliranti
se non fosse per la sua tragicità sarebbe anche originale e persino divertente.


E perciò ho deciso:
NON MI ADEGUO!  NON CI STO!
MA NON MI DIMETTO
dal mio pensiero, dalla mia morale
dalla mia coscienza, dalla mia coerenza.
Resto ferma e resisto, clandestina e resisto.
GIOVANE vecchia, resisto
non compiacente, né plaudente
perciò RIVOLUZIONARIA.
Neppure cretina, perché in quello specchio appannato
dal marciume invadente e omologato
riesco ancora a vedere il mio volto fiero, né conformato, né prezzolato
gli occhi grandi, capaci di guardare l’orizzonte smisurato.
E nella coscienza ho la sana demenza della speranza
che ci siano giovani, veramente giovani
che dietro ogni corvo imbellettato
vedano il colpevole del loro futuro tradito e negato.
Che vi siano giovani capaci di capire che la storia sono loro
nessuno si senta offeso
SONO LORO
Senza potenti visibili e occultati
venditori del nulla, inetti e spregiudicati.
Sono loro: VITE A META’
sull’altalena delle illusioni tra briciole raccattate e libertà negate
tra orgoglio ferito e dignità calpestate.

La storia della “CITTA’ FUTURA”
si scrive sempre con l’inchiostro degli uomini liberi
non allineati, né defilati, ma vigili e indignati
“GIOVANI UOMINI DI BUONA VOLONTA’ “
“CHE LA FEDE SIA SALDA”.

            Una giovane vecchia rivoluzionaria - Francesca Albergamo

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