Voci Siciliane

TICLI ENRICO TICLI ENRICO Pubblicato il 02/03/2014
Ciao Peppì

Ciao Peppì

Correva l`anno 2005 ed era tempo di sfide, sfide alle quali eravamo abituati e che sempre avevamo onorato con grandi risultati anche se con scarse soddisfazioni economiche. L`azienda aveva deciso di affidare allo Stabilimento di  Termini Imerese la produzione della LanciaY prodotta , da circa due anni, nello Stabilimento di Melfi. Dicevo era tempo di sfide. Il passaggio di produzione, sembrava quasi scontato, prescindeva un abbattimento dei costi ed un miglioramento della qualità e della quantità insomma produrre bene e di più del nostro "concorrente". L`avvio della nuova produzione non riservò grossi problemi almeno per quanto concerneva la verniciatura della Y tinta unica. Qualcuno ricorderà che quella serie veniva prodotta anche in bicolore ovvero con la parte alta (tettuccio e bauletto) in una tinta mentre la parte bassa in un`altra. Il responsabile di reparto ci informò che stavolta la sfida era davvero dura. Melfi, infatti, riusciva a sfornare ben 25 LanciaY bicolore a turno quindi, in funzione di quel "prescindeva", dovevamo riuscire a produrne almeno una in più!! Bastò lanciare la sfida ed ecco partire ogni operaio, ognuno avente mansioni diverse, ad elaborare un`idea, un progetto per dare vita ad un ciclo produttivo, legato al bicolore, che potesse incrementarne la quantità senza comprometterne la qualità produttiva. Ricordo che in tanti presentammo delle idee ma quella davvero geniale l`ebbe un carissimo amico di  Montemaggiore Belsito , Genco Giuseppe. Giuseppe comprese subito che a limitare la produzione delle Y bicolore era la mascheratura, ovvero quel processo del nascondere la parte alta della scocca con l`ausilio del nastro carta e del nylon. Dopo circa una settimana di arrancare nei numeri, senza mai avvicinarci a quota 26, Giuseppe portò in Stabilimento un attrezzo di sua creazione, realizzato nel garage di casa sua con pezzi di ferro saldati, verniciato, ricordo, di colore giallo. Ricordo la curiosità di tutti. " Peppì ma chi è sta cosa?!?!? " E Giuseppe: "Allora, guarda. Qua metti un rotolo di nastro carta. Fai girare questa maniglia per due volte e tagli il nastro carta che, grazie a questo congegno metallico, diventa come bi-adesivo. Ora col pollice in questa posizione ed il bi-adesivo in mano, segui tutto il profilo della scocca da mascherare. Talia cà ti fazzu vidiri." In men che non si dica il nastro carta era perfettamente posizionato lungo tutto il profilo della Y bicolore da mascherare. A pochi metri più avanti due operai tenevano in mano un telo di nylon, adatto alla mascheratura per la verniciatura di autovetture. La scocca preparata da Giuseppe col Suo congegno scorreva veloce sopra la catena di produzione e raggiungeva i due operai pronti a lanciar in aria, tenendone i due angoli, il telo di nylon come fanno le donne quando devono stendere le lenzuola sul letto. In pochi istanti, steso il telo sulla scocca, i due operai, passando semplicemente il pollice sopra l`area in cui era presente il bi-adesivo fissavano il nylon sulla scocca e contemporaneamente tagliavano il superfluo con un taglierino. Da quel giorno  Termini Imerese riuscì a produrre tutte le bicolore che venivano richieste dal mercato coi soli limiti degli impianti di Stabilimento e non per la mascheratura. Ricordo quando venne a fare visita allo Stabilimento l`Ing. Yamashina. Questi, passando vicino a dove lavoravi tu, caro Giuseppe, fu informato sul congegno che avevi pensato e creato (a tue spese e col tuo tempo) e stupefatto da tanta genialità col pochissimo italiano che conosceva ti disse: "Tu ingegnere!". Poi su indicazione di un alto dirigente di stabilimento il tuo congegno fu passato a tutti gli altri stabilimenti del Gruppo. Ho saputo, caro Giuseppe, che non sei più tra noi. Per me è stato un grande privilegio conoscerti, averti come amico e collega di lavoro. Da quando lo stabilimento è chiuso ho sempre raccontato, ai tanti che parlano per sentito dire della mala voglia di lavorare degli operai di  Termini Imerese, il tuo esempio tanto straordinario è detto fra noi, poco riconosciuto. Sei stata un persona umile, onesta, molto intelligente ed a disposizione di tutti una ragione in più perché oggi ho voluto scrivere di te, sano esempio di vero lavoratore sempre presente che, surclassando la figura dell`operaio comune ha dato la sua opera e la sua straordinaria genialità in un mondo non sempre attento a queste straordinarie virtù. Ciao Peppì

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