Poesie Siciliane

ALBERGAMO FRANCESCA ALBERGAMO FRANCESCA Pubblicata il 06/03/2012

La ballata del vispo Angelino e del Sire-innocente a metà

Il vispo Angelino dicea tutto contento:
Sire… abbiam vinto… abbiam vinto
La corsa è finita. La prescrizione è arrivata
Col mio scudo la libertà è incassata.

Cribbio! mio vispo guerriero
Più che il tuo scudo poté il “default”
Più che il tuo affanno poté il mio ricatto
Poté la ragione di Stato
Ma che vittoria, sono solo innocente a metà.

Lo so Sire… lo so
Ma sua “superiorità” non si è accorto che mentre preparavo
leggine su leggine per salvare la sua santa persona
l’Italia affondava il popolo protestava: ladri, corrotti, imbroglioni
la gente pagava, piangeva, perdeva il lavoro e la dignità, insieme alla libertà.
Perché veda, per la povera gente la libertà sta in queste semplici cose
Non sta nelle beghe dei corrotti né nella difesa degli eletti.
Sappia mio Sire
Che anche gli amici ci consigliavano: Via… presto… lontano… lontano!
Non c’era tempo… tempo davvero, solo quello di una leggina piccina picciò
Una dispensa per la difesa della sua libertà
Solo uno scudo, uno scudo bucato
Che non prevedeva dignità e neppure onorabilità.

Perdinci! Mio vispo guerriero
Io sono un eroe perseguitato, calunniato
Sono innocente, innocente davvero
Sono il più ricco, il più importante
Sono la legge, sono il divino potente
Non posso essere innocente a metà.

Sire… la supplico… stia zitto, non sfidi la sorte
Non blateri del pubblico denaro perduto
Pensi a quello pubblico depredato, a quello privato occultato.
Pensi a quanti amici della cricca abbiamo salvato, graziato
con le leggine che abbiamo emanato
Pensi alla favola “della nipote di Mubarak”, a quella “del povero Mills”
che, senza rispetto del sacro parlamento, per verità abbiamo spacciato
Suvvia “sommo” sapevamo tutti che erano barzellette
Per le sue serate divertenti.

Taci… mio vispo Angelino… hai avuto la tua alta mercé
Il tuo prestigio, il tuo potere, di più potevi… potevi!

Sire… mi prostro, Le sono obbligato… mi creda
La mia gratitudine è immensa, lo sa
Persino il bene del mio paese ho scordato, tanto sta al sud, ho pensato
non vede non sente, sa anche tacere e forse è pronto a perdonare… chissà!
Ma io… io…sono fiero di averla servita.
Comprenda però che si rischiava la sua degna incolumità
Io che ho letto qualche libro di storia ho avuto tanta… tanta paura
più di così non ho potuto… mi creda.
Ora… mi ascolti
Nell’Italia che abbiamo ingannata, plagiata, frodata, lasciata
Non c’è via di mezzo… tutti a metà.
Il popolo rischia la pelle per un tozzo di pane
Non ha più voglia dei suoi deliri, dei suoi sproloqui
Le sue amenità e neppure delle sue verità.

Perdinci… Angelino
Io sono più importante di questi pezzenti…”sono innocente”.

Sire ora taccia… taccia davvero… non sfidi i pezzenti
se affamati diventato più potenti dei potenti.
Accolga la sua mezza vittoria piuttosto che la sconfitta intera
Persino il caro “PierFerdi” la vuole graziare
Mentre il Bersani non ne vuole parlare
Vogliono tutti dimenticare… Occorre… occorre… governare
Ed Ella sa bene… quale beneficio gliene può venire.

Sire… taccia…taccia…per essere un eroe
bisogna combatterla, fino in fondo, la giusta battaglia
Senza dispense per la gloria, né per la santa immunità.
E che resti tra noi, più che Sire
Ella, del basso impero, è Imperatore
E per dirla tutta…non ho mai creduto al suo santo candore
Ho solo dovuto… dovuto… dovuto
Mentre l’Italia affondava e la sua gente pagava e piangeva.
Ma più di così non potevo e non posso


Perdinci! Mi consenta, anch’io ho un’anima
E… per la sua “preziosità” posso venderla al diavolo
Ma… solo a metà!

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