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GUCCIONE MARCO GUCCIONE MARCO Pubblicato il 16/03/2011
NEL 150? ANNIVERSARIO , lL CONTRIBUTO DI ALIA ALL`UNITA` DELL`ITALIA

NEL 150? ANNIVERSARIO , lL CONTRIBUTO DI ALIA ALL`UNITA` DELL`ITALIA

DI MARCO GUCCIONE

TRATTO DA "LA VOCE DELLA MAMMA"
(N?1 ANNO LIII )


Convegni, celebrazioni,e tanta retorica istituzionale. L ?Unit? d?Italia continua in questi giorni ad essere al centro del dibattito politico in occasione del suo 150? anniversario. Il tono commemorativo fortemente voluto dal nostro Capo dello Stato Napolitano cozza per? con un dibattito parlamentare in cui viene addirittura messa in discussione l?Italia unita con proposte di tipo secessionista. Ma cosa ? stato realmente quel periodo memorabile ? E come spiegarlo, trasmettendone i valori e l?importanza alle nuove generazioni ? Aldil? di rappresentazioni teatrali,rievocazioni storiche, impeccabili da un punto di vista artistico, un po? meno da quello storico, probabilmente ? pi? utile riaprire un buon manuale di storia, anche locale, per immergerci nel fervore dell?Italia garibaldina e comprendere immediatamente come l?Unit? d?Italia sia un valore che appartenga a tutti noi,alla nostra cultura e tradizione, un bene da custodire e difendere aldil? di ogni speculazione politica. Anche Alia ebbe un ruolo come tanti comuni siciliani dove i Borboni andavano progressivamente perdendo i numeri. Gli aliesi parteciparono ai moti del 1822 e del 1848 e non fecero mancare il loro sostegno alle truppe rivoluzionarie palermitane inviando provvigioni di ogni tipo come grosse quantit? di frumento. Gli agrari di quel tempo si lasciarono travolgere dalle spinte rivoluzionarie ma senza perdere mai d?occhio i loro interessi. Capirono dunque che conveniva loro stare dalla parte dei rivoluzionari. In paese nel frattempo era il medico Giuseppe Maggio che fomentava le teste calde della rivoluzione sotto le insegne di un nascente spirito risorgimentale. Alia nel suo piccolo era uno spaccato di ci? che avveniva nel resto della Sicilia: i realisti, da una parte sostenevano la monarchia borbonica e cercavano di combattere l?incipiente sogno dei rivoluzionari. Di Maggio e delle sue rocambolesche gesta,non potendocene occupare in questa sede, rinviamo alle pagine de ?La Storia di Alia ? di Eugenio Guccione,unica fonte storica locale, da dove apprendiamo anche che ?decine di giovani coraggiosi andarono a raggiungere nelle vicinanze di  Valledolmo  il generale polacco Mierolowschy?, il quale da Palermo, con ordine espresso da Ruggero Settimo andava in soccorso di Catania che i regi minacciavano di invadere. Si narra in queste pagine che una madre accompagn? il proprio figlio fino a Vallelunga per consegnarlo al generale polacco e offrirlo alla patria. Nei primi mesi del 1860, ad Alia giunsero voci da Palermo, circa un condottiero che voleva organizzare una spedizione per liberare il Regno delle Due Sicilie dalla dinastia dei Borboni e annetterlo al regno di Piemonte.Vi fu indifferenza a questi voci ma nel contempo stupore e fermento. Qualche anno dopo , la nostra cittadina ebbe l?onore di ospitarlo. Giuseppe Garibaldi fu ad Alia il 2 Agosto del 1862. La venuta di Garibaldi nella piccola cittadina madonita si pu? interpretare come un segno di riconoscenza nei confronti di quella gente che aveva sostenuto la causa dell?Unit? d?Italia. L?eroe infatti trov? una splendida accoglienza e pernott? presso la casa di Don Matteo Guccione, dove fu posta un?epigrafe e ? da uno dei cui balconi arring? la folla, assieme alla quale assistette al Te Deum, che fu cantato nella Madrice? come apprendiamo dalle cronache di Ciro Leone Cardinale. Nonostante egli fosse un ateo convinto, mostrava riconoscenza nei confronti di quella Chiesa siciliana che non era in grado n? di neutralizzare l?ondata anticlericale n? di recuperare una coscienza religiosa che il popolo probabilmente non aveva mai avuto. La visita dell? eroe dei due Mondi cre? entusiasmo in paese e quel fervore patriottico fece breccia in molti ?picciotti alisi ?, che lo vollero accompagnare sul tetto di Alia, il Monte Ilici, da quel momento denominato Pizzo Garibaldi. Dopo essere passati dalla Via Mercato, secondo il racconto che era solito fare la signora Anna Bova, ed avere attraversato lu Rabbatieddu, Garibaldi ed i suoi simpatizzanti aliesi raggiunsero la vetta e vi alzarono al vento il tricolore sabaudo. Anche Alia, nel suo piccolo contribu? alla formazione dell?Italia unita. Agli aliesi interess? dare alla nazione un territorio definito ed assistere alla nascita di uno Stato, che alcuni vorrebbero unitario, altri federale. Sta di fatto che gli aliesi, i siciliani e gli italiani in genere di quel tempo furono capaci di combattere per la libert? anche degli altri e spingersi fino all?estremo sacrifico. Noi certamente non avremmo combattuto, nemmeno per noi stessi. Forse per paura, forse per interesse saremmo stati pronti a soccombere, ad accettare i compromessi,a fletterci di fronte a forme di assolutismo, rinnegando lo spirito garibaldino che avrebbe dovuto contraddistinguerci. L? Unit? d?Italia in ogni modo appartiene a tutti noi e a noi spetta difendere questo tesoro, faticosamente conquistato dai nostri avi.





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