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TICLI ENRICO TICLI ENRICO Pubblicato il 18/05/2011
CAMMARATA (AGRIGENTO) 11 MAGGIO 2011
DISARTICOLATE LE FAMIGLIE MAFIOSE DI  CAMMARATA E CASTELTERMINI

CAMMARATA (AGRIGENTO) 11 MAGGIO 2011 DISARTICOLATE LE FAMIGLIE MAFIOSE DI CAMMARATA E CASTELTERMINI

Nelle prime ore della mattinata odierna, militari della Compagnia Carabinieri di Cammarata coadiuvati da militari del Reparto Operativo di Agrigento, a conclusione dell?operazione denominata ?Kamarat? coordinata dal Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Palermo ? Direzione Distrettuale Antimafia Dott. Vittorio Teresi, e dai sostituti dott. Giuseppe FICI e dott. Emanuele Ravaglioli traevano in arresto in ottemperanza all?O.C.C.C. emesso dal G.I.P. Dott. Fernando SESTITO, i seguenti soggetti: LONGO Angelo 47enne di Cammarata, GENTILE Mariano 58enne, di Cammarata e SCOZZARO Giovanni Calogero 53enne di  Casteltermini , inoltre sottoponevano agli arresti domiciliari SCAVETTO Vincenzo Giovanni 71enne di  Casteltermini , ritenuti responsabili per aver fatto parte, dell?associazione mafiosa denominata Cosa Nostra e, più in particolare:
il Longo Angelo, per aver fatto parte , con ruolo di direzione dopo la morte del padre Longo Luigi, della famiglia mafiosa di Cammarata;
il Gentile Mariano, per aver fatto parte della famiglia mafiosa di Castronovo di Sicilia e fatto da tramite con la famiglia mafiosa di Cammarata;
lo Scozzaro Giovanni Calogero e lo Scavetto Vincenzo Giovanni, per aver fatto parte della famiglia mafiosa di  Casteltermini ;
per il Longo Angelo, con l?aggravante per aver avuto un ruolo di direzione all?interno dell?organizzazione;
per tutti con l?aggravante avendo i componenti della medesima la disponibilità di armi ed esplosivi per il conseguimento delle finalità dell?associazione e per aver concorso ad un?associazione finalizzata anche al controllo di attività economiche finanziate con il prodotto, profitto e prezzo di altri delitti.
Il Longo Angelo è, inoltre, ritenuto responsabile per aver, in concorso con Brusca Giovanni, Bagarella Leoluca Biagio, Brusca Enzo Salvatore, Monticciolo Giuseppe, Chiodo Vincenzo, Di Caro Antonino, Costanza Antonio, Messina Gerlandino, Longo Salvatore, Falzone Alfonso, Putrone Luigi, Traina Michele, già giudicati per lo stesso fatto o deceduti, nonché con altri soggetti allo stato non identificati, privato della libertà personale Di Matteo Giuseppe, di anni tredici, allo scopo di conseguire la ritrattazione delle dichiarazioni già rese da Di Matteo Mario Santo, padre del ragazzo sequestrato, nonché nell?interruzione degli interrogatori che il predetto Di Matteo, stava rendendo all?A.G..
Di Matteo Giuseppe, sequestro avvenuto il 23 novembre 1993 a Villabate (PA), e proseguito in provincia di Agrigento ed in altre località della Sicilia, ucciso mediante strangolamento ed il corpo disciolto nell?acido, in territorio di S. Giuseppe Jato (PA) l?11 gennaio 1996.
I predetti sono stati associati presso la Casa Circondariale ?Pagliarelli? di Palermo.
L?odierna operazione rappresenta l?esito di approfondite investigazioni svolte dalla Compagnia dei Carabinieri di Cammarata, finalizzate ad illuminare l?attuale composizione delle famiglie mafiose di Cosa Nostra operanti nel territorio dei Comuni di Cammarata, San Giovanni Gemini, Castronovo di Sicilia e  Casteltermini .
L?indagine, prendendo spunto dalla ricostruzione storica del fenomeno mafioso nel territorio della provincia di Agrigento, nonché dagli esiti dell?indagine c.d. ?Urano?, condotta nell?anno 2000 dal Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri di Caltanissetta, e dell?indagine c.d. ?Cobra?, condotta nell?anno 2001 dalla Direzione Investigativa Antimafia di Roma, ricollega e passa al setaccio tutte le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che, nel corso degli anni, hanno contribuito a disvelare struttura e dinamiche interne di Cosa Nostra agrigentina, oltre che identità e ruolo dei suoi principali esponenti, dedicando specifica attenzione alle dichiarazioni riguardanti il territorio di Cammarata, San Giovanni Gemini, Castronovo di Sicilia e  Casteltermini .
Particolare importanza, in tale prospettiva, hanno rivestito le dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia di significativo livello gerarchico e di comprovata attendibilità quali Alfonso Falzone, Luigi Putrone, Ciro Vara, Maurizio Di Gati, Antonino Giuffrè, Giuseppe Salvatore Vaccaro e Beniamino Di Gati, sulle quali si è di volta in volta appuntata la positiva attività di ricerca dei dovuti riscontri da parte dei Carabinieri della Compagnia di Cammarata.
Gli elementi così raccolti, all?esito della necessaria opera di raccordo, consentono di aprire significativi squarci sulla attuale conformazione delle famiglie mafiose operanti nei territorio suddetti, nonché sull?evoluzione subita dalle medesime nel corso degli ultimi venti anni, in relazione al mutare degli organigrammi e degli ambiti di competenza territoriale, alla correlata ridefinizione delle sfere di influenza, avuto riguardo al fatto che si tratta di contesti territoriali di confine tra le province di Palermo, Caltanissetta ed Agrigento, ai rapporti con le famiglie limitrofe ed alle attività criminose oggetto di prevalente interesse operativo, nel corso degli anni, da parte dell?organizzazione.
Sotto quest?ultimo aspetto, il filo dell?indagine, sviluppando le acquisizioni probatorie compendiate nella sentenza Alba Filippo +48, tocca uno dei più atroci episodi della storia recente di Cosa Nostra, quali il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, perpetrato al fine di costringere il padre, Mario Santo Di Matteo, ad interrompere la già avviata collaborazione con la giustizia, per quel che attiene al periodo della sua segregazione in territorio di Cammarata-San Giovanni Gemini, a cura ed opera della locale famiglia mafiosa; lambisce poi, l?oscuro episodio dell?uccisione per ?lupara bianca? del capomafia Costantino Lo Sardo, perpetrata in Cammarata nell?anno 1993; si sofferma, inoltre, su alcune estorsioni perpetrate in pregiudizio di diversi imprenditori edili nel territorio di Cammarata (AG) e Mussomeli (CL); ed, infine, interessa la composizione delle società Euro Costruzioni s.r.l. e B.L.C. Conglomerati Bituminosi s.r.l., entrambe con sede a Cammarata, ipotizzandone l?effettiva titolarità in capo a Longo Angelo, soggetto ritenuto al vertice della locale famiglia mafiosa.
Ci si auspica, che i risultati conseguiti dai Carabinieri possano generare un?inversione di tendenza volta a creare una nuova fiducia da parte della popolazione nelle istituzione locali ed una fattiva collaborazione nel contrastare il fenomeno mafioso.

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