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IT ALIA REDAZIONE IT ALIA REDAZIONE Pubblicato il 16/11/2014
CONTENZIOSO SVINCOLO IROSA. IL COMUNE DI PETRALIA SOPRANA SI SALVA DAL FALLIMENTO

CONTENZIOSO SVINCOLO IROSA. IL COMUNE DI PETRALIA SOPRANA SI SALVA DAL FALLIMENTO

Il Comune di Petralia Soprana vince l’appello nei confronti della società “Strutture spa in liquidazione” e si salva dal dissesto finanziario. Una buona notizia che fa tirare un sospiro di sollievo agli amministratori ma anche ai cittadini. Il Comune, infatti, con sentenza del 2009 era stato condannato dal Tribunale di  Termini Imerese al pagamento di circa 4 milioni di euro alla società “Strutture”, a fronte dei circa 10 richiesti. La sentenza era stata subito appellata dall’amministrazione comunale in carica per il tramite dell’avvocato Franco Lupo che è riuscito a ribaltarla completamente convincendo la I^ Sezione Civile della Corte di Appello di Palermo a rigettare tutte le richieste della società ricorrente. “Una grande vittoria per tutti – afferma il sindaco Pietro Macaluso – che è arrivata grazie alla forza delle “carte” e alla collaborazione di tutti gli amministratori che alla mia chiamata si sono messi a disposizione per dare nuovi elementi al legale dimostrando maturità e attaccamento al paese. Anche la nostra amministrazione ha contribuito alla vittoria riuscendo a fornire all’avvocato Lupo, al quale vanno i complimenti, ulteriori argomenti e certificazioni che sono stati determinanti per ribaltare il primo giudizio. Dopo anni di alterne vicende finalmente la problematica sembra essere chiusa”. Stiamo parlando di una sentenza che riguarda i lavori dello svincolo Irosa, inaugurato all’inizio dell’anno che oggi è diventato una realtà positiva per tutto il territorio Madonita. E proprio il giorno dell’inaugurazione, mentre tutti brindavano, il sindaco di Petralia Soprana Pietro Macaluso ricordava il rischio di fallimento che stava correndo il suo Comune per aver gestito il progetto in quanto Ente capofila fino al subentro della Provincia Regionale di Palermo nel 2000. E’ stata, infatti, la giunta comunale di Petralia Soprana nel 1982 ad affidare all’ing. Giuseppe Cappuzzo la progettazione e la direzione dei lavori della strada intercomunale “Petralia Soprana – Blufi – Irosa – Svincolo autostrada Pa/Ct”. Una strada pensata nel 1975 e sostenuta dall’allora Assessore Regionale al bilancio Pasquale Macaluso per avvicinare all’autostrada le attività produttive dell’area artigianale di bivio Madonnuzza, la miniera di salgemma di Raffo e soprattutto i paesi madoniti che avrebbero giovato dei flussi turistici verso Piano Battaglia. Una idea lungimirante che per il Comune di Petralia Soprana stava per diventare un tracollo per via di un contenzioso iniziato nel 1997 tra l’Ente e la Ditta che doveva realizzare il secondo lotto del progetto iniziale. “Un vicenda che si è chiusa in positivo – sottolinea il Presidente del Consiglio Leo Agnello – ed ha anche fatto registrare la sinergia degli amministratori comunali, del passato e del presente, che hanno contribuito, chi con il solo ricordo e chi con le carte che aveva conservate, alla difesa del Comune.” Il risultato è quindi da incorniciare ed infatti l’avvocato Franco Lupo non nasconde le sue soddisfazioni. “La sentenza ha dato serenità all’amministrazione e ai cittadini. Un risultato negativo – afferma l’assessore ai lavori pubblici Francesco Gennaro, avrebbe messo in ginocchio l’intera comunità. La condanna del Comune sarebbe stata una beffa dopo l’apertura dello svincolo che abbiamo atteso per trent’anni a causa anche di questi contenziosi.”





Breve storia



La vicenda nasce dalla rescissione del contratto d’appalto da parte del Comune di Petralia Soprana con l’impresa Strutture S.p.A. per indebita e arbitraria sospensione dei lavori. A seguito di tale deliberazione l’impresa citava in giudizio il Comune asserendo che l’appalto dell’8.4.1992 per i lavori di costruzione della strada intercomunale Petralia-Blufi-Irosa con svincolo autostrada PA-CT aveva avuto un andamento anomalo a causa dell’inadeguatezza progettuale che aveva comportato la redazione di due diverse perizie di variante in corso d’opera, del fatto che il Comune effettuava i pagamenti in ritardo e che il provvedimento di rescissione adottato dal Consiglio Comunale era illegittimo. L’impresa chiedeva inoltre la risoluzione del contratto per inadempimento del comune e una serie di danni che erano arrivati a 20 miliardi di lire. Siamo nel 1997. Il Comune di Petralia Soprana si difendeva confermando la legittimità e liceità della pronuncia di rescissione perché fondata sulla più tipica ipotesi di inadempimento: quello consistente nel rifiutarsi di eseguire i lavori nonostante i ripetuti ordini di servizio emessi dalla Direttore dei Lavori. Contestava altresì le affermazioni avversarie circa l’inadeguatezza del progetto, essendosi rese necessarie le perizie per circostanze impreviste e imprevedibili, evidenziando anche che l’impresa Strutture Spa aveva sottoscritto senza riserva l’atto di sottomissione assieme al Sindaco, all’Ing. Capo dell’Ufficio Tecnico e al Direttore dei Lavori aderendo alla volontà della Pubblica Amministrazione. Il Comune rimandava al mittente tutte le altre asserite forme di inadempimento rimproverategli dalla Strutture spa ma il Tribunale, pur rigettando svariate domande dell’ Impresa, a distanza di circa sei anni rispetto alla data di precisazione delle conclusioni, il 23 febbraio 2009 condannava il Comune a risarcire un danno di circa 3 milioni di euro alla impresa Strutture Spa in liquidazione riferendo tale colpevolezza alla errata progettazione e allocazione delle opere. Una sentenza ed una motivazione inaspettata che è stata subito appellata. Non si riusciva a capire una tale decisione in considerazione del fatto che sia il progetto generale che quello del 2° lotto oggetto della questione erano stati approvati in linea tecnica dal Comitato Tecnico Amministrativo Regionale, l’organo consultivo più prestigioso e autorevole della Regione Sicilia, che aveva comprovato la cantierabilità del progetto esecutivo e la concreta fattibilità dell’ opera che, infatti, anche se non tutta, ha visto la luce dopo trent’anni sulla base dell’antico progetto. Segno anche questo – come ha scritto l’avvocato Franco Lupo nell’appello - che il progetto era stato “ben concepito” e “ben allocato”. In pratica, contrariamente a quanto affermava la sentenza emessa, il Comune di Petralia Soprana era in perfetta e assoluta buona fede, coperto com’era dai prestigiosi e autorevoli pareri favorevoli. Sulla base di ciò e di altre motivazioni l’avvocato del Comune è riuscito a dimostrare l’erroneità della precedenza sentenza ribaltandola.

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