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IT ALIA REDAZIONE IT ALIA REDAZIONE Pubblicato il 11/07/2017
I CONTI DELLA REGIONE POTREBBERO METTERE A RISCHIO IN SICILIA IL FUNZIONAMENTO DEGLI ENTI LOCALI IN UN MOMENTO DI GRANDE CONFUSIONE ISTITUZIONALE !!

I CONTI DELLA REGIONE POTREBBERO METTERE A RISCHIO IN SICILIA IL FUNZIONAMENTO DEGLI ENTI LOCALI IN UN MOMENTO DI GRANDE CONFUSIONE ISTITUZIONALE !!

Le notizie che rimbalzano dalla recente udienza della Corte dei Conti per il giudizio di parifica sul conto consuntivo per 2016 della Regione siciliana creano grande preoccupazione anche fra gli amministratori locali, nel timore che, se venissero confermati i dati comunicati dal Procuratore Generale ed in base ai quali per validare il pareggio di bilancio la Regione dovrebbe procedere ad effettuare degli “accantonamenti” nel proprio strumento finanziario, potrebbe essere messo a rischio di conseguenza lo stesso bilancio corrente e quindi le stesse previsioni anche dei trasferimenti per Comuni, Città Metropolitane e Liberi Consorzi. La richiesta avanzata dal Procuratore Generale della Corte dei Conti, Pino Zingale, che ha chiesto ai Giudici contabili di non approvare il rendiconto generale per il 2016 della Regione siciliana a causa di alcune irregolarità, apre, qualora fosse avvalorata dal giudizio di parifica, scenari sino ad ora mai apertesi nella storia della Sicilia, anche se per la verità in precedenti casi siano stati solamente adombrati. In buona sostanza nella situazione dipinta dalla relazione del rappresentante della Procura contabile sarebbero pertanto a rischio, fra le tante malaugurate conseguenze, gli stessi servizi che gli enti locali dovrebbero garantire ai propri amministrati, allontanandosi altresì la possibilità di dare vita a breve alla formazione dei bilanci di previsione per l’anno corrente nella maggior parte dei comuni siciliani. Pertanto ci troveremmo di fronte non soltanto ad una vera e propria crisi istituzionale, da tempo ormai temuta dagli amministratori locali, bensì ad una mancanza di certezza e di legittimità nell`operato di una Regione che mette pertanto a rischio nella sua specialità anche i suoi compiti “essenziali”, ad iniziare dalla programmazione di un esercizio finanziario. E` da epoca antecedente la L. R.n°1/79 (c.d. “Riforma Mattarella) che l’operatività degli enti locali siciliani non correva questi “reali e concreti” rischi, con la conseguente vanificazione degli sforzi che quotidianamente gli amministratori locali mettono in campo per rispondere alle esigenze delle loro comunità amministrate.
Che la situazione della finanza locale regionale potesse oltrepassare gli stessi limiti imposti dalle norme vigenti da tempo ce ne eravamo accorti, soprattutto a seguito di quanto la Sezione di Controllo della Corte dei Conti aveva di già evidenziato nella recente relazione sulla finanza locale degli enti di vasta area (Città Metropolitane e Liberi Consorzi di Comuni). Scrivevano in detta circostanza i Giudici Contabili che .
Ne hanno risentito particolarmente i servizi per i disabili e quelli di supporto alle scuole di secondo grado; nei casi più gravi, vengono segnalate situazioni di notevole arretrato nel pagamento degli stessi stipendi dei dipendenti, che a causa della mancanza di fondi per lo svolgimento di quelle funzioni, non sono pertanto in condizioni di svolgere i loro compiti d’istituto !!. La relazione approvata - si legge in una nota della Corte dei conti - esamina il progressivo deterioramento del sistema di finanza pubblica provinciale, oggetto di preoccupata attenzione, nelle più recenti relazioni annuali sulla finanza locale, da parte della Sezione di controllo. I dati finanziari relativi al periodo 2012/2016 mostrano aspetti problematici che si ripercuotono negativamente sugli equilibri di bilancio delle predette amministrazioni, al punto da comprometterne, in molti casi, la funzionalità e la resa continuativa dei servizi». E quale rimedio i Giudici Contabili segnalavano la necessità di un passaggio dalla condizione commissariale ed emergenziale a quella che vedesse attuato per intero il progetto di riforma dell’ex Ente intermedio secondo i dettami della L.R. n°15/2015, cui non si è ancora provveduto.
E’ bene ricordare che la provvisoria gestione di tali enti (che dura da parecchi anni!!) si è perpetuata in una condizione di crescente aggravamento degli squilibri di bilancio, che non possono essere oltremodo giustificate dall’endemica insufficienza delle entrate per la copertura di volumi di spesa molto elevati e scarsamente comprimibili e rispetto a cui si è tentato di dare risposta nelle prime battute attraverso il crescente utilizzo di entrate straordinarie - tra cui, in primis, l’avanzo di amministrazione – che si sono rivelate naturalmente inidonee ad un duraturo utilizzo nel tempo. A tal proposito è di questi ultimi giorni la notizia secondo cui il Legislatore regionale stia per mettere mano ad un’ennesima “riforma delle riforme” delle ex Province, disegnando un nuovo scenario che vede addirittura il ritorno al sistema dell’elezione diretta degli organi delle Città Metropolitane e dei Liberi Consorzi di Comuni, con una prima consultazione che potrebbe svolgersi addirittura entro la fine del corrente anno e quindi a seguire le prossime elezioni regionali !!. Appare chiaro come di fronte a questi richiami della magistratura contabile è non più rinviabile il ritorno da parte delle istituzioni regionali ad operare secondo i dettami dello stato di diritto, in cui la legittimità dell’azione non può essere considerata un “optional”, ma una rigida e puntuale applicazione di norme costituzionali volte a salvaguardare il funzionamento stesso dei vari livelli di governo della cosa pubblica.

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