L'emigrazione

Radici & Civiltà

REPORTER REPORTER Pubblicato il 19/04/2006
<b>L'emigrazione</b>
L’eventuale pubblicazione di parziali brani musicali allegati a testi scritti è fatta a titolo di Demo, essendo essa finalizzata a documentare la relativa ricerca della rubrica “Radici & civiltà” non avente scopo di lucro, ma, piuttosto, finalità di libera divulgazione culturale.

L'emigrazione



Alunni di classe terza della Scuola Media “Monte Grappa” di Romano d’Ezzelino ( in prov. di Vicenza) scrivono a raccontano gli esiti della loro ricerca sul grande fenomeno migratorio degli Italiani alla fine dell’Ottocento.


Benvenuti alla presentazione dell’ipertesto sull’Emigrazione, realizzato dalla classe 3C della Scuola media di Romano d’Ezzelino.


Nel corso dell’anno scolastico 2003/04, gli alunni hanno affrontato il tema dell’emigrazione attraverso ricerche personali, raccolta di materiale fotografico e di testimonianze, analisi di documenti e realizzazione grafica.


L’Italia, alla fine dell’Ottocento, era un Paese in ritardo: Le classi popolari non partecipavano alla vita pubblica. I cattolici erano emarginati.I socialisti incutevano paura. Gli Italiani emigravano a migliaia.


E’ stato importante per noi alunni affrontare il tema dell’emigrazione che ci ha permesso di conoscere una realtà storica troppo spesso dimenticata. Il metodo di lavoro ci ha aiutato inoltre a collaborare, mettendo insieme informazioni e competenze diverse. Speriamo che il nostro impegno susciti interesse in chi utilizzerà questo ipertesto per ricavarne utili informazioni e non dimenticare.


Conoscere l’emigrazione significa scoprire le molte ramificazioni dell’Italia in tutti i Continenti.
Gli italiani all’estero hanno dimostrato capacità imprenditoriali ed esperienze da tramandare, voglia di collaborare e conoscenza di mondi diversi, responsabilità e spirito di sacrificio.
Conoscere la storia dell’emigrazione significa essere grati a chi ha contribuito allo sviluppo culturale, sociale ed economico dell’Italia.


Gli Italiani sono degli emigrati poveri che parlano i loro dialetti, che mantengono gelosamente le loro tradizioni, che vivono nelle loro ristrette comunità. E’ stato molto difficile per essi inserirsi nel contesto dei Paesi di emigrazione tanto diversi dai paesi d’origine.


L’emigrazione degli Italiani si è differenziata nel tempo e nello spazio.
Verso la fine del XIX secolo, ci fu un vero e proprio esodo degli Italiani verso il Continente americano. Dopo la prima guerra mondiale gli Italiani si recavano nei Paesi dell’Europa centro-settentrionale.


Gli Italiani che emigrano sono miserabili contadini e proletari che hanno venduto persino la camicia pur di acquistare un posto su di una nave. Partono con attrezzi da lavoro, con sacchetti di sementi. Non hanno da offrire altro che le loro braccia e la loro tenacia.


La donna nell’emigrazione ha avuto un ruolo fondamentale. Seguiva il marito con i figli dopo aver ricevuto notizie confortanti, quando cioè le lettere annunciavano la possibilità di una casa, uin lavoro, un miglioramento per tutta la famiglia.


L’emigrante ha sempre dovuto accettare le condizioni che gli venivano offerte nella terra d’approdo, soprattutto dal punto di vista lavorativo. Non sempre i diritti del lavoratore sono stati rispettati e molto spesso gli emigranti erano costretti a svolgere i lavori più umilianti.
C’è chi ha fatto anche fortuna per spirito di adattamento o per capacità imprenditoriali.


Il contributo economico e lavorativo dato dai vari Paesi di emigrazione è stato senza dubbio determinante in tutti i settori produttivi: nell’agricoltura, se pensiamo alle piantagioni di vigneti, oliveti ed agrumi; nell’industria, specialmente nell’edilizia, nel settore minerario e nelle aziende produttive.


Catena migratoria.Con questa espressione s’intende il sistema di relazioni interpersonali, basate su legami di tipo familiare, territoriale e professionale, messi in opera dagli emigranti per favorire la circolazione di informazioni e per garantire sostegni per il viaggio e la sistemazione logistica.
I canti sono un patrimonio importante per conoscere i sentimenti, le sofferenze e le fatiche che hanno accompagnato questo incredibile esodo.

I racconti nascono dalla nostra fantasia. Personaggi e avvenimenti non hanno alcun riferimento con la realtà. Gli episodi narrati escono da temi che abbiamo scritto di nostro pugno, immaginando le tristi vicende legate all’emigrazione del passato e del presente.


Moltissimi emigranti inviarono in patria i loro risparmi, le cosiddette rimesse degli emigranti, che rappresentarono un reddito prezioso per i familiari de una notevole fonte di ricchezza per lo Stato italiano.


Le grandi masse che fuggirono dall’Italia, dirigendosi verso il Continente americano o l’Australia o altri Stati europei furono motivati dall’Esodo da ragioni strettamente economiche; o era fame o era disoccupazione o era instabilità politica e sociale dove si nascondeva una grande insicurezza del pane e dell’avvenire dei fratelli.


L’Italia ha fornito un forte contributo al lavoro nelle miniere dei Paesi nord europei, soprattutto dopo la ripresa dell’emigrazione nel secondo dopo guerra. La foto ritrae efficacemente il volto annerito di uno dei tanti Italiani nel Belgio.


Un aspetto da non sottovalutare nell’emigrazione è l’aspetto culturale. Il ritrovo dipersone provenienti da una stessa cultura può sembrare positivo, ma questo fenomeno porta alla creazione di ghetti, cioè di quartieri chiusi e gli emigrati rischiano di trovarsi isolati e di conseguenza nascono gravi fratture sociali.


Molte sono le persone emigrate anche da Romano d’Ezzelino. Chi se ne è andato ha comunque sempre mantenuto le radici con il proprio paese. Ogni importante attività di collegamento è svolta dall’Associazione “La valigia”, che raccoglie materiale documentario, organizza viaggi nei Paesi che hanno accolto i nostri emigrati, stampa un famoso calendario, pubblica interessanti ricerche e collega gli emigranti con una rivista.


L’emigrazione è un fenomeno che ha coinvolto molte persone. I movimenti migratori continuano, per questo è possibile ascoltare testimonianze vissute e ancora oggi, in particolare da alcuni nostri compagni di classe. Non mancano ricordi di persone anziane, di parenti o di persone che hanno lasciato scritto il loro esodo.


E’ stato calcolato che il 50-60% degli emigrati partì con un biglietto prepagato che rappresentò quindi il principale finanziamento per l’espatrio. I primi a partire erano stai i piccolissimi proprietari che avevano venduto tutto per finanziarsi il viaggio. Un’altra forma di finanziamento del biglietto era costituita dal credito che molto spesso era l’occasione dello sfruttamento degli emigrati.
Esistevano degli agenti di emigrazione che reclutavano per il viaggio marittimo coloro che non sapevano come uscire dalla miseria in cambio di pagamenti anticipati oppure alcuni assumevano nel ruolo di padroni. Spesso erano connazionali o paesani che offrivano casa e lavoro in cambio di una quota da versare mensilmente. Molti guadagnarono sulle spalle dell’ignoranza degli emigrati. C’era chi si faceva versare delle percentuali sul biglietto per l’America, anche quando, com’era per l’America latina, esso era gratuito.


Il fenomeno dell’emigrazione porta con sé molti problemi: La mancanza di integrazione e la lontananza della famiglia d’origine, la discriminazione razziale sono alcune delle conseguenze dolorose per chi deve emigrare.


Purtroppo chi si trova in un paese diverso dal suo viene fatto bersaglio di atti di discriminazione.
Uno degli aspetti che dimostra disprezzo per gli emigrati è dato dai nomignoli.Si tratta di sopranomi che hanno lo scopo di denigrare gli Italiani all’Estero. Essi nascono da pregiudizi nei confronti dello straniero e dalla mancata conoscenza reciproca tra gli abitanti del paese di accoglienza ed emigranti.


L’emigrazione si è rivelata, in ogni momento storico in cui è avvenuta, un’esperienza dolorosa, un viaggio verso l’ignoto, l’abbandono di sicurezze ed affetti. In ogni situazione, chi partiva doveva e deve mostrare coraggio, spirito di adattamento ed enorme capacità di sacrificio.
Il nostro presente trova le sue ragioni anche in queste pagine di sofferenza e di speranza.


Con quale ansia e trepidazione si attendevano notizie dei propri cari.
Le lettere costituiscono una importante fonte di informazione per conoscere la situazione degli emigrati, le condizioni di viaggio loro lavori. In questi testi emergono soprattutto storie di vita, sentimenti, sofferenze che hanno segnato l’esistenza di individui, di intere famiglie.Le lettere fungevano da veicolo principale di propaganda all’emigrazione.
Spesso le lettere contenevano il biglietto di viaggio per i parenti.


Gli alunni della 3C:


Antonio, Arianna, Aurel, Chiara, Edlira, Elisa, Fabio, Filippo, Francesco, Francesca, Giacomo, Gianluca, Giulia C., GiuliaP., Jessica, Marta, Monica, Nicola B., Nicola P., Nicola Z., Silvia, Sofia, Tamara, Valentina F., Valentina V.


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