le strade ...di Alia

Radici & Civiltà

GRANATA ENZO GRANATA ENZO Pubblicato il 21/09/2006
<b>le strade ...di Alia</b>

le strade ...di Alia

Un pomeriggio d’estate, passeggiando per le vie del mio paesino, riflettevo sul fatto che i suoi abitanti spesso dimenticano il passato.

Fanno di tutto per dimenticare, oppure ancora, non fanno niente per ricordare? Non mi riferisco a cose generiche, ma precisamente leggendo le indicazioni della toponomastica cittadina, scorrevo con gli occhi: via 4 Aprile; via 12 Gennaio; via P. Celeste?? … e mi chiedevo a cosa si riferissero tali date o determinati nomi: la vittoria di una battaglia, la scadenza di una cambiale o cos’altro?

La via V. Emanuele in realtà è dedicata a Vittorio Emanuele II di Savoia primo re d’Italia, a Vittorio Emanuele III re d’Italia, imperatore d’Etiopia e re d’Albania o al giurista e politico palermitano Vittorio Emanuele Orlando? Al fondatore del paese di Alia, è stata intitolata una stradina…e qualcuno con poca dimestichezza con la storia, vi ha apposto una tabella con un madornale errore di stampa (il nome esatto è Pietro Celestri barone di Lalia e marchese di Santa Croce, una strada così non si dimentica facilmente)!!

-A questo punto è d’obbligo una precisazione: sulla cartolina, io potrei scrivere un’abbreviazione, ma qualcuno, dovrebbe scrivere correttamente almeno i nomi e i cognomi delle persone a cui è stato dato l’onore di avere intitolata una strada, almeno per non creare confusione nella storia e nei suoi abitanti.-

Come mai esistono strade intestate a tanti eroi della prima guerra mondiale e nessuno della seconda? Forse perché abbiamo perso la guerra? Perché esiste una strada intitolata ad un famoso Ortolano, forse perché aveva gli ortaggi più buoni del paese? Dove sono finiti i personaggi illustri aliesi, cittadini benemeriti che hanno contribuito a rendere significante il nome di queste quattro case appoggiate accanto alla Matrice sulla montagna?

L’esempio più eclatante di oblio, che grida in silenzio nelle campagne della Gulfa, sono le grotte che ognuno di noi conosce visivamente, ma di cui nessuno ne conosce la storia, nessuno sa chi le ha scavate, perché la memoria è stata cancellata, dimenticata, passata sottovoce e poi portata in silenzio nella tomba di chi l’ha vissuto.

Oggi il paese sopravvive, e la gente, passando fra le case abbandonate in queste strade vuote, non si chiede dove andrà a finire?
Perdere la memoria della propria storia, delle proprie tradizioni significa cancellare il passato,sapere chi siamo stati ci aiuta a capire chi siamo e verso dove stiamo andando, in una crescita culturale e sociale che si evolve gradualmente, che fa tesoro delle origini per proiettarsi verso il futuro.

Dimenticare significa ricominciare un'altra volta a ricostruire tutto ...
Cominciamo invece a chiederci e a cercare di capire il perché di un errore.
Nel futuro cerchiamo di non ripetere gli stessi errori.


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