LA SERENATA

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CONCIALDI RINO CONCIALDI RINO Pubblicato il 06/02/2007
<b>LA SERENATA </b>

LA SERENATA



”Affacciati alla finestra bedda mia”

Così cantava lo spasimante alla sua bella tanto tempo fa, quando non poteva far altro che cantarle la serenata.

Ma, in dettaglio, che cosa era la serenata?

Un giovane pretendente, per trasmettere tutto il suo amore alla sua ragazza, invitava alcune persone, dedite all’organizzazione di queste serate, che, armate di chitarra, mandolino e fisarmonica, si recavano sotto il balcone dell’innamorata e lì iniziavano a suonare e, a volte, anche ad intonare alcune canzoni che esprimevano sentimento, ardore e amore.

Molto spesso erano i giovani stessi, quelli più coraggiosi, a cantare ed a ”portare” la serenata.

Quasi sempre, queste serenate erano gradite ed andavano a buon fine.
(Cupido aveva centrato il bersaglio!) Ma a volte, a causa di rancori o per gelosia da parte di familiari o di altri pretendenti, la serenata ”andava a farsi benedire”. Si arrivava, addirittura, anche a menarsi.

Esisteva anche un altro tipo di serenata, che si era soliti portare alla futura sposa, proprio alla vigilia delle nozze.


Amici e parenti si riunivano davanti la casa della sposa e qui, suonatori e cantante si esibivano in canzoni ”di fuoco”. La cosa si prolungava fino a tarda notte, specialmente se il tutto si svolgeva nella stagione estiva.

A conclusione, ai presenti venivano offerti dolci di casa, tra i quali,”scattate” e amaretti. Non potevano mancare le pastine a forma di cuore spolverate di zucchero, il tutto ”innaffiato” con una bottiglia di “rasoliu”.

Ancora oggi, qualcuno, capriccioso, fa portare la serenata alla propria amata la sera che precede il matrimonio, certamente in maniera diversa di come si faceva una volta. Però per l’uso di apparecchiature amplificanti ed elettroniche (microfoni e casse acustiche) non è più possibile apprezzare il suono melodico e genuino degli strumenti che accompagnavano una volta la stupenda voce del cantante, capace di riuscire a commuovere i presenti e in maniera particolare i familiari della futura sposa.

Una persona da non dimenticare, sia per il modo di cantare le serenate, sia per la bella voce, è lo scomparso signor Vincenzo Collura, conosciuto da tutti, anche nei dintorni.

Questi, quando veniva contattato, si mostrava sempre disponibilissimo e, attrezzandosi di chitarra, con la sua viva voce, andava ad allietare la serata.

La serenata era un mezzo di comunicazione assai valido ed anche proficuo. Molti sono stati i cantanti e gli autori che hanno composto belle serenate.
Voglio ricordare alcuni titoli: serenata a Margellina, serenata sciuè sciuè, serenata a na’ cumpagna ‘e scola, serenata sincera , serenata delle serenate, serenata sotto la luna, piccolissima serenata, serenata napulitana, serenata a Surriento e tante altre.

Alle soglie del terzo millennio, i giovani che sentono parlare di queste cose, rimangono sbalorditi. Oggi con la propria ragazza si parla con facilità: c’è il telefono, per non parlare del telefonino, ormai in possesso di tutti. E, poi, ci s’incontra facilmente e non è più necessario, per far conoscere i propri sentimenti, ricorrere alla tradizionale serenata.



Rino Concialdi


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