l’orologio che…<i>sfirrava</i>

Radici & Civiltà

CONCIALDI RINO CONCIALDI RINO Pubblicato il 26/04/2007
<b> l’orologio che…<i>sfirrava</i></b>

l’orologio che…sfirrava

Sì, è proprio dell’orologio della Madrice di Alia che voglio parlarvi.

Forse molti di voi, presi dalle preoccupazioni e dagli impegni quotidiani, non hanno fatto caso che l’orologio non suona più da tempo il caratteristico din-dan o come comunemente si diceva: sta sfirrannu menziuornu; sta sfirrannu menzannotti.

Quel melodioso suono a mezzogiorno, oltre ad essere gradevole alle nostre orecchie, era anche un avviso per coloro che smettevano di lavorare: ultima cazzulata, arricampa li fierri, sferra menziuornu. A tutti ricordava che era vicina l’ora del pranzo.

Il ritmico suono, a mezzanotte, avvisava i giovani di quei tempi che era tardi e che bisognava affrettarsi a rientrare: faciemu prestu, sinnò a me patri cu lu senti!

Oltre a segnare questi due appuntamenti importanti, sfirrava lu risbigghiarinu e, precisamente quando incominciava ad albeggiare, avvisava quelli che dovevano alzarsi presto che era giunta l’ora di raggiungere il posto di lavoro: campi, armenti, ecc..

E’ doveroso ricordare lu zì Minicu ed il figlio Nino, che tanto facevano per assicurare quel suono e il funzionamento dell’orologio.

Giornalmente salivano una lunga fila di gradini sconnessi che portavano al meccanismo dell’orologio o da soli o in compagnia di un ragazzo che non vedeva l’ora di essere invitato: ci vò véniri, jamu a dari la corda a lu roggiu!

Con l’automazione delle campane, malgrado l’impegno e la buona volontà del nostro Parroco, si è dovuto rinunciare a quel tradizionale din-dan.

Da un sondaggio effettuato fra gli aliesi, risulta che essi oltre ad avere tanta nostalgia di quel suono perduto, vorrebbero che venisse ripristinato. E visto che amiamo molto le nostre tradizioni, speriamo con tanta buona volontà e con l’aiuto di tutti, si possa risolvere il problema e che l’orologio ritorni a sfirrari.


Rino Concialdi


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