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Radici & Civiltà

CONCIALDI RINO CONCIALDI RINO Pubblicato il 03/03/2009
<i><b>li fumazzara</b></i>

li fumazzara

Erano conosciuti anche come "li comuna" e, in passato, venivano utilizzati per depositarvi principalmente gli escrementi di animali e cioè il letame, meglio conosciuto come grassura.

Li fumazzara accoglievano anche rifiuti domestici e tanto altro materiale. Erano delle vere e proprie discariche a cielo aperto. Allora non c'era la raccolta dei rifiuti, non esistevano cassonetti e gli immondezzai erano il centro di raccolta dove ognuno scaricava le cose inutili. Con l'avvento degli spazzini comunali (ora chiamati più carinamente operatori ecologici), i rifiuti domestici e quelli della strada si raccoglievano con il carretto. Il resto, lo conoscete tutti. Il letame, dopo esser maturato per quattro mesi, veniva utilizzato come concime per le campagne. Era anche ottimo per le piante di casa e molto spesso le donne si recavano na li fumazzara a fari un pocu di crupu pi li rasti. Spesso, per distruggere il resto, si usava appiccare il fuoco e, per giorni e giorni, un grande fumo si innalzava in tutto il paese e in quel caso si diceva: cuvanu li fumazzara.

"Li comuna" erano dislocati in tutte le zone del paese: a li santuzzi (subito dopo il cimitero), a la vasca (nelle vicinanze del serbatoio idrico), a lu centimulu, a lu girituri, a Santa Rusuliuzza la nica, a la pirnici, ponte Ortolano (oggi via Ortolano), via Api, Cozzo di Pippa, 4 porte, ponti di Musca, macello vecchio, via Cisterna e puzzu di Mesi. Quest'ultima zona del paese veniva utilizzata dagli scolari maschi delle allora scuole elementari come luogo per i personali bisognini, mentre per gli insegnanti e le bambine la scuola metteva a disposizione un solo bagno. Nei punti di raccolta più grandi, poi, ogni contadino aveva lu fumazzaru personali dove concentrava il proprio letame.

Ogni giorno in queste zone, specialmente di buon mattino, fatta la pulizia delle stalle (allora tantissime), si raccoglievano i rifiuti e venivano portati nei punti di raccolta. I mezzi di trasporto erano gli stessi animali, forniti di zimmili o casse di legno, oppure apposite ceste di ittuna facilmente caricabili sulle spalle. È giusto far notare che era un compito poco piacevole ed anche gravoso, a volte svolto anche dalle donne.

Con l'emancipazione e la scomparsa degli animali sostituiti da mezzi agricoli, a cui non bisogna "fare la stalla", e con l'avvento della raccolta dei rifiuti e della relativa tassa comunale, siamo diventati un pò tutti più civili. Così sono scomparsi li fumazzara. A noi, oggi, restano i ricordi ed alcuni detti: Ogni gaddu canta a lu so fumazzaru. E li fumazzara ciuriscinu e li iardina siccanu. E chi si senti `ncapu la cartedda di la munnizza

.Tutto il paese era circondato da immondezzai. Ne esistevano anche all'interno del centro abitato. Tutte cose ormai passate nel dimenticatoio.
Ci auguriamo che questi tempi non ritornino più.


Rino Concialdi


articolo tratto dal nr. 2/2008 del periodico parrocchiale di Alia "La Voce".


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