Il Presepe ritrovato

Radici & Civiltà

LO BLUNDO CLAUDIA LO BLUNDO CLAUDIA Pubblicato il 14/12/2010
<b>Il Presepe ritrovato</b>
L’eventuale pubblicazione di parziali brani musicali allegati a testi scritti è fatta a titolo di Demo, essendo essa finalizzata a documentare la relativa ricerca della rubrica “Radici & civiltà” non avente scopo di lucro, ma, piuttosto, finalità di libera divulgazione culturale.

Il Presepe ritrovato

Mentre saliva le scale, diretta alla soffitta, il suo fiato diventava sempre più pesante: "é la vecchiaia", si rammaricava la nonnina, " o...l’emozione? "
Mancavano pochi giorni a Natale e lei aveva deciso di andare a cercare, tra le vecchie carabattole, alcuni giocattoli di quando era bambina, voleva regalarli alla sua nipotina più piccola che aveva cinque anni.
Ricordava di aver conservato una bambola dal viso di ceramica, una cosa preziosa quando lei era bambina, e pensava che dovevano esservi anche altri pezzi di giocattoli: ciò che era rimasto dei piccoli mobili di una casa di bambola e quei piccoli utensili da cucina con cui lei e le sue cugine amavano giocare alle signore affaccendate a preparare immaginari pranzetti.



Quando entrò in soffitta e vide tutti gli scatoloni allineati con su scritto ciò che ciascuno conteneva, le venne da chiedersi che fine avrebbero fatto dopo la propria morte: era qualcosa alla quale pensava da tempo e capiva che quegli scatoloni chiusi da anni di sicuro sarebbero stati presi da mano poco affettuose e buttati via senza nemmeno vederne il contenuto.
“Del resto", si domandò, ”a chi o a cosa potrebbe servire della roba che nessuno, nemmeno io ho mai cercato per tanti lunghi anni!"
Il quel momento decise che lei, lei sola, doveva assumersi la responsabilità di dare via cose che le erano appartenute.
Con un movimento rapido, deciso, aprì il primo scatolone e ne controllò il contenuto: indumenti, una borsa, delle cinture...



Allora diede un saluto nostalgico, non tanto al contenuto quanto a ciò che quello le ricordava e quindi, con un rassegnato e silenzioso addio, richiuse lo scatolone e lo mise da parte: il suo destino era ormai deciso, indugiare ancora sarebbe stato in utile.
Fece lo stesso con altri scatoloni sin quando aprì quello che conteneva i resti dei suoi giochi di bimba; trovò la bambola e la guardò dubbiosa: un misero corpo di paglia dentro un vestitino consunto, però, come ricordava, le gambe, le braccia ed il capo erano in porcellana.
Accarezzò la bambola, poi toccò uno per uno quel poco che era rimasto dei suoi giochi e quindi richiuse il tutto nella scatole e la mise da parte, avrebbe aspettato e riflettuto su ciò che doveva farne ma, intanto, immaginò fosse sciocco donare quei pochi pezzi alla nipotina che aveva ben altri e più bei giochi. Strofinò le mani tra di loro, aveva ormai esaurito tutti gli scatoloni anche se rimanevano ancora quei due sui quali c’era scritto " NATALE! "
Li aveva riservati per ultimo, senza sapere perché, forse perché tanto ne conosceva il contenuto o forse... per il solo fatto che tra pochi giorni sarebbe stato ancora Natale.



Con trepidazione aprì uno dei due scatoloni: uscirono fili multicolori, palline, casette di cartone, lampadine colorate, una slitta trainata da Babbo Natale ed altri oggetti con i quali, ricordò con un sorriso, amava agghindare la casa durante il periodo natalizio.
Poggiò tutto, alla rinfusa, su un vecchio tavolo e fu allora che si ricordò del suo Bambinello. Dimentica dell’altro scatolone, lo cercò con ansia, svuotò il contenuto del primo scatolone senza trovarlo, allora l’ansia cedette il posto alla preoccupazione di non trovare più quello che cercava.
Aprì il secondo scatolone con tale precipitazione che lo strappò, e ne tirò fuori un piccolo mondo fatto di creta: i pastori, le mucche, una pecorella che aveva perduto una zampa, un pastore che portava un capretto al bambino Gesù, uno zampognaro felice; trovò la Madonnina in preghiera ed un severo S. Giuseppe, guardiano stupefatto del suo piccolo Tesoro, ed il bue e l’asinello, le palme.



Le mani frugavano nello scatolone, avrebbe dovuto svuotarne il contenuto per fare prima ma aveva paura che qualche statuina potesse rompersi, uscirono i magi, che posò con delicatezza sui loro cammelli, prese per la testa una giovane lavandaia che guardava in su meravigliata.
C’era anche la capanna! Era rivolta con la parete all’in su e sembrava il fondo della scatola, tirò su la capanna, quella di quando era bambina, quella che l’aveva accompagnata per tanti natali, anche quando si era sposata, anche quando le erano nati i figli, fin quando...fin quando i figli erano andati ciascuno per la propria strada: ecco da quanto tempo non aveva più preso quella capanna!



Emozionata fece spazio sul tavolo, vi poggiò la capanna su un angolo e mise al loro posto la Madonna, San Giuseppe, il bue, l’asinello, l’angelo che si appendeva sul chiodino che stava sul tettuccio e poi i pastori, le pecorelle, le casette, il ponticello e per ultimo, e da lontano, i Magi.
Guardò soddisfatta il proprio capolavoro, ma...mancava Gesù Bambino; allora riprese lo scatolone, la sua mano perlustrò il fondo e lo trovò: era lì, adorabile un tutt’uno con la sua mangiatoia di paglia gialla fatta di creta, con le mani grassottelle congiunte e lo sguardo celestiale che hanno tutti i bimbi nella loro innocenza.
Il suo Bambinello, quello di quando era piccola!
Lo strinse nel proprio pugno vecchio e lo portò alle labbra per dargli un bacio, poi lo posò tra il padre e la madre: era il suo presepe, quello di sempre, di tutta la sua vita, quello che aveva dimenticato per anni, chiuso tra i tanti vecchi ed inutili scatoloni.
Si sentiva come tornata a casa propria e non riusciva a pensare a nulla perché non voleva ascoltare una vocina un po’ triste ed un po’ severa, che dal profondo del cuore le chiedeva con dolce rimprovero:
" Ricordi da quanti anni non facevi il presepe? Da quando hai smesso di credere alla dolcezza che sa infondere la presenza del Bambinello nella tua casa! “
Le venne in mente che i presepi moderni sono presentati in tante e diverse fogge, sono enormi o minuscoli, possono stare dentro una zucca o dentro un uovo o possono essere ad altezza di uomo, perché comunque il vero presepe é quello che riproduce la capanna, i pastori, i Magi, S. Giuseppe, la Madonna ed il Bambinello e pensò, anche, che in qualunque maniera venga rappresentato ciascuno ama il proprio presepe.
Per anni non aveva fatto più il presepe e si era privata della gioia e della pace che quel simbolo riesce a donare, ma ora decise che si, avrebbe buttato via tutte le sue inutili carabattole per non lasciare ai figli l’incombenza di farlo, ma durante quelle festività natalizie, al presepe, doveva ridare un posto a casa sua e, forse, in un domani che si augurò lontano, figli e nipoti non avrebbero buttato via anche lo scatolone che conteneva ciò che considerava il proprio ricordo più caro: il piccolo Bambinello incastonato nella sua mangiatoia di creta.


Claudia Lo Blundo


 


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