Perchè il simbolo della Trinacria rappresenta la Sicilia?

Radici & Civiltà

REDAZIONE RADICI & CIVILTA` REDAZIONE RADICI & CIVILTA` Pubblicato il 11/07/2014
<b>Perchè il simbolo della Trinacria rappresenta la Sicilia?</b>

Perchè il simbolo della Trinacria rappresenta la Sicilia?

testo di Viola Dante

by www.siciliafan.it



Nella bandiera siciliana campeggia in bella mostra il simbolo di una testa femminile con tre gambe piegate (triscele) e mosse direttamente dal capo. In araldica questa raffigurazione prende il nome di trinacria.

La testa rimanda chiaramente alle gorgoni, mostri della mitologia greca di aspetto mostruoso, ali d`oro, mani con artigli di bronzo, zanne di cinghiale e serpenti al posto dei capelli. Esse erano tre e rappresentavano le perversioni: Euriale rappresentava la perversione sessuale, Steno la perversione morale e Medusa (la più famosa, unica mortale tra le tre e custode degli Inferi) la perversione intellettuale.

Anticamente il nome della Sicilia era quello di Triquetra o Trinacria. Questo perchè, a differenza della classica forma tonda di tutte le altre isole, la Sicilia ha una configurazione geografica strana. E` caratterizzata da tre promontori, Pachino, Peloro e Lilibeo e tre vertici che quasi istintivamente rimandano al triangolo. Ed è probabilmente in epoca ellenistica che la cultura greca, colma di dei, semidei e mostri mitologici, coniò il simbolo della gorgone con tre gambe attaccate direttamente alla testa associandolo piano piano alla nostra terra ed i misteri che la avvolgevano (se non sbaglio un tempo la fine del mondo con tanto di colonne d`ercole erano molto più vicine alla Sicilia di quanto possiamo oggi immaginare).

Ma dove trae origine questo simbolo? Ce ne sono mai stati di simili nella storia dell`uomo?

In questo gli studiosi sono concordi nel ribadire che la trinacria sia un antico simbolo religioso orientale che rappresentava il dio del sole nella sua triplice forma di primavera, estate e inverno. Remote monete (del VI e IV secolo a.C.) lo testimoniano. Esse provenivano quasi tutte da città dell`Asia Minore, come Aspendo in Panfilia, Olba in Cilicia, Berrito e Tebe nella Troade.

Il simbolo si sarebbe quindi diffuso in occidente attraverso i greci che con le tre gambe marchiavano diverse monete (a esempio quelle di Atene del VI sec a.C., ma anche successivamente nelle urbe di Paestum, Elea, Terina, Metaponto e Caulonia). In Sicilia, invece, pare essere stato Agatocle (in Siracusa) ad usare il simbolo sulle monete e forse (questo dato non è certo) come sigillo personale.

E` solo in epoca romana che la trinacria perde il suo intrinseco significato religioso per diventare esclusivamente il simbolo geografico della Sicilia.

In quell`epoca a Palermo la gorgone con tre gambe appare nel suo aspetto definitivo sulle monete. Ma al posto dei serpenti, la testa della gorgone è decorata con tante spighe. Spighe di grano che tributavano alla Sicilia il suo ruolo di granaio dell`antico impero romano. Sicilia sinonimo di fertilità e prosperità.

Ma perchè è stata usata la testa di una gorgone?

La domanda che alcuni di voi potrebbero porsi è: ma perchè, se il significato religioso della trinacria non c`era più, si continuò ad usare una immagine mistica come quella della gorgone?

La gorgone, amici miei, è un dettaglio tipicamente siciliano. In tutte le altre rappresentazioni, le gambe erano legate tra loro attraverso un cerchio o un punto. E la "Trichetria" è fortemente legata alla mitologia greco orientale. I nostri avi erano soliti decorare tempi, vasi e case con maschere e raffigurazioni pittoresche per scongiurare, allontanare o annullare influssi maligni. Proprio come il gesto delle corna che noi usiamo per esorcizzare il male.

Per il siciliano doc, religioso e superstizioso per tradizione familiare, la trinacria è un talismano portafortuna.

Vogliamo concludere questo articolo spiegando anche il perchè del giallo e del rosso presenti nel vessillo ufficiale della regione Sicilia.

Il giallo ed il rosso stanno a rappresentare rispettivamente il coraggio delle città di Palermo e poi di Corleone, che per prime si sollevarono contro i francesi durante i vespri siciliani del 1282.


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