- Fotoracconto di Drago Calogero

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Fotoracconto di Drago Calogero - Alia Pubblicato il 15/01/2017
Ninuzzu arrivò di corsa e infilando a malapena la testa nella fessura tra lo stipite e la porta gridò: - " è assittatu `ntà li scaluna di lu dutturi Uccia (Cuccia)".
Ci avviammo in gruppo per andarlo a trovare, sperando in buone nuove ed eventualmente poter gioire con lui per il buon esito delle consultazioni. Lo trovammo solo, seduto sugli scalini, perso in chissà quali pensieri con le braccia attorcigliate alle ginocchia pressate contro il petto e il volto cupo. Uno dei tanti avversari passando si avvicinò e volle sentenziare l`amaro verdetto: - Nemmeno uno. Se avresti fatto altre scelte saresti già a festeggiare. Ci guardammo negli occhi, probabilmente, la storia delle nostre origini non ci portava a poter condividere l`ideologia che professava, ma quel giovane guerriero ci piaceva. Era come noi, era uno di noi. Aveva lottato da solo contro l`arroganza di un sistema consolidato, impregnato delle sue genuine ragioni che solo la giovinezza culla e fa assaporare e inconsapevolmente ed ingenuamente convince che si può sbaragliare tutto e tutti. Così, non fù. Noi che ancora non avevamo l`età per poter far pendere l`ago da una parte o dall`altra ci ripromettemmo che alle successive consultazioni avrebbe avuto il nostro sostegno. Poi la vita sdradica e ti porta lontano, andammo via in tanti e credo che quella promessa fatta a noi stessi nessuno fù in grado di mantenerla. Confesso di non sapere se quel "guerriero" continuò a lottare o si adagiò alle lusinghe del sistema costituito. A me resta, (e non interessa altro) il ricordo di come si lotta per un sogno , poco importa se svanito "per sempre" in una tiepida sera di non ricordo quale stagione. Un caro saluto a tutti

 


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