Onorevole? Paolo Battaglia La Terra Borgese spiega perché gli Onorevoli si chiamano così - Fotoracconto di IT ALIA REDAZIONE

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Onorevole? Paolo Battaglia La Terra Borgese spiega perché gli Onorevoli si chiamano così

Fotoracconto di IT ALIA REDAZIONE - Alia Pubblicato il 18/02/2023
SI PUÒ RENDERE ONORE SOLO A CHI COMPIE IL PROPRIO DOVERE - AFFERMA IL CRITICO D’ARTE PAOLO BATTAGLIA LA TERRA BORGESE - COME QUANDO SI RENDE UNA CAMBIALE A CHI L’HA ONORATA PERCHÉ HA FATTO FRONTE AGLI IMPEGNI ASSUNTI.

Mantenere una promessa, dunque - continua Paolo Battaglia La Terra Borgese -, come pure agire secondo coscienza, significa compiere il proprio dovere senza che l’etica umana e la parola data vengano prostituite.

Il termine "onorevole", riferito a un eletto, peraltro, non è mai stato istituito, dunque non esiste, è solo una cattiva abitudine che prese il via l`11 maggio del 1848, quando alla Camera subalpina fu letta una comunicazione del deputato Tola che iniziava con "Onorevoli deputati". Forse allora si mantenevano le promesse elettorali.

Ed è proprio così. Assolutamente. Perché se tu prometti, per fare un esempio, che una volta eletto abolirai la caccia e poi non lo fai, avrai tradito il mio voto di animalista, non avrai compiuto il tuo dovere perché disonori la promessa, e avrai pure prostituito la coscienza, cioè l’etica, quella parte divina che è dentro di noi. Poco importa se non manterrai la parola data in maniera premeditata o meno, perché, per dirla nei modi di alcuni aulici ambienti sociali e filosofici, è prescritto: “Sventurato colui che accetta un incarico che non saprà portare a termine”.
Il termine Onorevole, oltretutto, è oggi fuorviante, ubriacante, perché chi è così appellato, perde di vista la realtà, è propenso a riempirsi di sé, e si convince di essere superiore agli altri cittadini a cui invece deve rendere devoto un servizio, sia perché lo hanno eletto, sia perché lo retribuiscono.
È un problema di educazione che riguarda il progressivo scadimento valoriale della parola “onorevole”.

E il segreto dell’educazione è nella personalità dell’educatore, cioè dello Stato; ovverosia il segreto dipende dalla volontà degli uomini, che purtroppo sono stati emarginati in un quietismo politico, costretti come sono a decidere se mangiare o pagare le bollette.
PAOLO BATTAGLIA LA TERRA BORGESE

 



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