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IT ALIA REDAZIONE IT ALIA REDAZIONE Pubblicato il 19/12/2014
Riforma Franceschini: il Teatro Stabile di Catania chiamato ad una scelta epocale

Riforma Franceschini: il Teatro Stabile di Catania chiamato ad una scelta epocale

Interverranno il presidente Nino Milazzo, il Consiglio d`Amministrazione e il direttore Giuseppe Dipasquale



CATANIA – Alla luce della radicale riforma del settore, attuata con il decreto firmato lo scorso 1° luglio dal Ministro Dario Franceschini, il Teatro Stabile di Catania - al pari e non diversamente dagli altri Teatri Stabili italiani - è chiamato ad una decisione di enorme rilievo ed importanza. Il suddetto decreto del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, entrato in vigore il 19 agosto con la pubblicazione nella “Gazzetta ufficiale”, pone infatti in essere una rivoluzione, a ragione definita epocale, che era stata già avviata dal Ministro Massimo Bray.

Il nuovo assetto, com’è noto, cancella i Teatri Stabili e introduce invece la distinzione tra “teatri nazionali” e “teatri di rilevante interesse culturale” (tric). La qualifica di “teatro nazionale”, che spetterà esclusivamente alle vere e proprie eccellenze, è ambita sia per l’intrinseco prestigio che comporta, sia perché implica maggiore stabilità e disponibilità finanziaria: è infatti evidente che, attraverso il Fus, il Ministero assegnerà più fondi ai teatri nazionali che ai tric.

Venerdì 19 dicembre alle ore 11, nei locali della Scuola d’arte drammatica “Umberto Spadaro” (Palazzo della Cultura, ex Platamone), il presidente Nino Mlazzo, il Consiglio di Amministrazione e il direttore Giuseppe Dipasquale illustreranno, alla stampa e al pubblico, come e in che misura l`attività del Teatro Stabile di Catania soddisfi i parametri richiesti dal decreto in questione (“Nuovi criteri per l`erogazione e modalità per la liquidazione e l`anticipazione di contributi allo spettacolo dal vivo, a valere sul Fondo unico per lo spettacolo, di cui alla legge 30 aprile 1985, n. 163”).

Lo Stabile etneo, il terzo in Italia per anzianità, forte di quasi sessant`anni di successi internazionali, ha tutti i numeri per rientrare nella più selettiva e prestigiosa categoria dei “teatri nazionali”. Ma potrà farcela - questa è l`unica incognita - solo se gli enti soci garantiranno fondi adeguati. La conferenza stampa sarà altresì l`occasione per fare il punto sulla situazione economico-finanziaria del TSC. Ed annunciare la programmazione artistica delle festività natalizie e di fine anno alla sala Musco: il ciclo di concerti Le voci del Natale e il veglione di Capodanno.

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