La mappa di Soleto

Radici & Civiltà

REPORTER REPORTER Pubblicato il 23/11/2005
<b>La mappa di Soleto <b>

La mappa di Soleto


Rappresenta il sud dell'Italia la mappa più antica della storia

Scoperta da un archeologo belga, la " cartina" si trova su un vaso di terracotta e vi si riconoscono la Puglia e alcune località ancora esistenti

E' la più antica mappa del mondo occidentale che sia mai stata scoperta. Ha più di 2.500 anni. Su di essa è disegnata una parte dell'Italia meridionale, in particolare la Puglia.
E' conosciuta come la Mappa di Soleto e si trova su un vaso di terracotta in ceramica scura ed è grande poco più di un francobollo. Il reperto archeologico è stato scoperto circa due anni fa da un archeologo belga, Thuierry van Compernolle della Università di Montpellier. Nonostante alcune indiscrezioni circolate negli ultimi mesi sulla caratteristiche e sull'età della mappa fino ad ora non se ne sapeva molto.

" Ora possiamo divulgare la notizia, perché siamo certi che questa è la più antica carta del Mediterraneo e più in generale della civiltà occidentale" , ha spiegato il ricercatore al News Telegraph, che ha reso noto la scoperta. La mappa, esattamente come una carta dei nostri giorni, riporta diverse località con il loro nome ed è scritta in greco antico e in parte in messapico, la lingua della Messapia - terra di mezzo -, ossia l'antica penisola salentina, posta tra il mondo greco ed il territorio occupato dagli Itali.

Il mare sul lato occidentale e Taras (oggi il Golfo di Taranto), sono scritti in greco, mentre il resto dei nomi in messapico. Il mare sul lato opposto della penisola, lo Ionio e l'Adriatico, sono rappresentati con delle linee a zigzag. E' interessante il fatto che vi sono diverse le località disegnate sulla mappa che ancora oggi esistono più o meno nelle stesse aree con i medesimi nomi, quali Otranto, Soleto, Ugento e Leuca, oggi Santa Maria di Leuca.

Oltre ad essere la più antica mappa proveniente dal mondo classico, la Mappa di Soleto è anche la dimostrazione che gli antichi Greci erano realmente interessati nel rappresentare aree realmente esistenti e lo fecero ancora prima ancora dei Romani. Dalla letteratura era noto che tra i Greci fosse ben chiaro il concetto di mappa, ma fino ad oggi non ne era mai stata scoperta una con così chiari riferimenti.

Questa scoperta ripropone agli storici da un lato il problema di riconsiderare gli inizi dell'antica cartografia, dall'altro di reinterpretare e approfondire le relazioni che vi erano tra le popolazioni della Messapia e i vicini Greci. Secondo un'ipotesi, infatti, i Messapi, potrebbero essere giunti proprio dalla Grecia con la quale avrebbero sempre tenuti stretti contatti e il loro linguaggio potrebbe essere una elaborazione di un dialetto dell'Illiria, la regione corrispondente all'attuale fascia costiera orientale del mare Adriatico.

Ma di quanto sono antecedenti le più antiche mappe finora conosciute? Gli storici della cartografia hanno fornito differenti versioni su quelli che possono essere considerati i documenti cartografici più antichi del mondo. Nel 1963 durante scavi presso la località di Catal Hyuk, nell'Anatolia centrale, venne alla luce una rappresentazione murale di circa tre metri di lunghezza, la cui datazione al radiocarbonio venne determinata al 6200 a. C. circa. Secondo l'interpretazione degli studiosi la mappa mostrerebbe in primo piano un insieme di abitazioni - circa 80 - e sullo sfondo un vulcano a doppio cono con i fianchi ricoperti di massi in eruzione.

di LUIGI BIGNAMI

in LA REPUBLICA.IT -20 novembre 2005-



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