La vita sociale - VII^ Parte -
Aspetti di vita domestica
" Dunque il braciere è stato per secoli (oggi, non più; forse non esiste più neppure come oggetto da museo), il solo ad avere scaldato e confortato i siciliani nei mesi freddi.
Altra consuetudine era quella di stendere sul fuoco larghe fette di pane che venivano così abbrustolite. Poi vi si spalmava il "vino cotto" che si otteneva, nel tempo della vendemmia, attraverso una lunga procedura, facendo cuocere il vino .al quale venivano- mescolati vari aromi, come carrube, mele, bucce di arance, fichi secchi, ottenendone una sostanza quasi densa,
che veniva, appunto, spalmata sul pane abbrustolito: una vera leccornia, specie per i ragazzi.
Ecco, era attorno al braciere che si trascorrevano le ore, chiacchierando e ricordando i tempi lontani che, come si sa sembrano sempre migliori di quelli che si vivono nel presente. I ragazzi, che a quei discorsi non erano interessati, si annoiavano e i più piccini diventavano piagnoni e si asciugavano il moccio che colava dal naso sulla manica della giacchetta o, addirittura, con le mani. Ogni tanto qualcuno dei grandi si alzava per sgranchirsi le gambe, si affacciava alla finestra o davanti alla porta, guardava il cielo plumbeo, la pioggia scrosciante o la neve cadere a larghe falde, e tornava dentro, avvolgendosi nello scialle di lana che teneva sulle spalle, si calcava la "cuoppula" che teneva sempre in testa e se la toglieva solo quando andava a letto, affrettandosi a riprendere il posto davanti al braciere; magari allungando il pensiero ai propri uomini che in campagna erano ad attendere alle loro fatiche.
La giornata passava lenta, monotona e quando la campana della Matrice suonava "un' ora di notte" fuori già la luce del giorno non c'era più; e allora la vita dentro la casa assumeva un aspetto, un ritmo diverso, più impegnato.
Il solo segno che la vita pulsava ancora, nonostante i rumori si fossero attutiti e tutti parlassero piano come se temessero di turbare il silenzio tutt'attorno, il solo segno di vita che si esternava fuori, dicevo, era quel filo grigio di fumo morbido e silenzioso che si involava tiepido, attraverso il fumaiolo, arrampicandosi nell' alto, come per liberarsi da una malsofferta prigionia.