LE TRADIZIONI - I^ PARTE -
tratto da GIORNI VISSUTI COME SE FOSSERO ANNI di Liborio Guccione, giornalista e scrittore aliese, che ambienta tale sua opera nel paese natìo degli anni ’30 -’40. Per la gentile concessione alla divulgazione telematica del libro, si ringraziano sia gli Eredi dell’Autore sia l’Amministrazione comunale di Alia, che nel 1997 ne ha curato la prima edizione.
Le festività natalizie
- li urciddati -
È ben noto che la Sicilia, terra dolce e zuccherata, ha molta fantasia e finezza in fatto di dolciumi: ogni festa, in Sicilia, ha il suo dolce tradizionale, e nei paesi, i dolci era usanza farli in casa; naturalmente ove ne sussistessero le possibilità economiche. Ma in generale, dove con più ricchezza, dove con ristrettezza, i dolci nei giorni di feste solenni non mancavano. E Natale e Capodanno erano feste che davano la stura al "loro" dolce. E per i ragazzi quel gran daffare che mobilitava le loro famiglie nella preparazione dei dolci, era motivo di allegria, un`allegria che interrompeva la malinconia prodotta dalla pioggia e dalla neve. Le prime feste dell` anno erano accolte con solennità, non solo per il loro significato religioso e civile, ma anche perché venivano considerate quasi come il preludio, la vigilia della fine dell`inverno: ancora un paio di mesi e sarebbe arrivata la primavera.
Erano feste intime, raccolte in seno alla famiglia: la sera di Natale, alla mezzanotte, tutti a messa, e il giorno appresso la festa, soprattutto in cucina. Le tavole imbandite con semplicità, ma con un tocco particolare quale segno di festa e allegramente tutti a mangiare un buon piatto di pasta-artigianale'>pasta con ragù, seguito da salsiccia o cotolette e, per dolce, "urciddata", il vero dolce natalizio. "Lu urciddatu" era una specie di biscotto che all`interno conteneva conserva di fichi secchi o anche conserva di mandorle, con zuccata e cioccolata a pezzi (ma l`uso della conserva di mandorle era piuttosto riservato a poche famiglie, quelle benestanti, insomma). "Lu urciddatu" veniva "allustratu", ossia dipinto con una sostanza bianca, dolce, naturalmente, fatta con zucchero a velo e albume d`uovo, e per rendere la coreografia più bella, si aggiungeva un po` di pistacchio macinato (ma solo per i dolci con la conserva di mandorle).