LA GESTIONE DEL BUDGET ANNUALE

Radici & Civiltà

REPORTER REPORTER Pubblicato il 06/12/2005
<b>LA GESTIONE DEL BUDGET ANNUALE </b>

LA GESTIONE DEL BUDGET ANNUALE



tratto da GIORNI VISSUTI COME SE FOSSERO ANNI di Liborio Guccione, giornalista e scrittore aliese, che ambienta tale sua opera nel paese natìo degli anni ’30 -’40.
Per la gentile concessione alla divulgazione telematica del libro, si ringraziano sia gli Eredi dell’Autore sia l’Amministrazione comunale di Alia, che nel 1997 ne ha curato la prima edizione.


Il grano, come già sottolineato, era il frutto essenziale per l'esistenza dell'intera collettività. Esso non serviva solo per fare la pasta-artigianale'>pasta e il pane, ma era anche denaro sonante col quale si compravano l'esistenza tutti. Non soltanto i contadini, i possidenti, i braccianti, ma altresì l'artigiano, il commerciante; perfino il medico, lo speziale, l' avvocato!

Farsi fare un paio di scarpe, un vestito, fruire del servizio del barbiere per l'intero anno: tutto si otteneva pagando con il grano che era la moneta che più circolava. Un tumulo di grano era il prezzo che il contadino pagava al barbiere per i servizi di un anno, per sé e i figli: una volta alla settimana la barba (ma spesso se la teneva anche quindici giorni) e una volta al mese i capelli. Poi c'era da pagare «lu pannieri», Zarcuni, che aveva la bottega in Piazza S. Giuseppe, il quale vendeva a credito. Almeno la stoffa per un paio di calzoni di velluto rigato in tutto un anno bisognava comprarlo; sarebbero stati fatti durare tanto, a forza di toppe, sino alla completa consunzione; e inoltre un po' di stoffa per vestire i «picciriddi»; e c'era pure la moglie che ogni tanto doveva pur comprarsi un vestito, per non farla apparire una «spiddizzata». E c'era poi da pagare il calzolaio. Un paio di scarpe grosse e ben chiodate duravano tanto, a forza di farle risolare e chiodare, c'era da calzare i bambini che di scarpe ne consumavano!
Lasciamo stare la moglie che, tanto, usciva così di rado che si può dire usasse le scarpe solo per andare a messa e nei giorni delle feste comandate. Ma, insomma, il calzolaio era quello che costava di più e non se ne poteva fare a meno. Al tempo si usavano anche i «gambali» che fasciavano tutta la gamba, messi sopra le scarpe
proteggevano sino al ginocchio, dal freddo, dal fango e dall' acqua.
E siccome costavano, il contadino li faceva durare sino a quando proprio non servivano più a nulla. Si usavano anche gli stivali; ma era roba per signori. Anche al contadino sarebbero piaciuti perché gli stivali facevano tanta eleganza, ma chi se lo poteva permettere? Sfizi per pochi danarosi.

Insomma, non si faceva in tempo a mettere il grano nel «cannizzo» che per giorni e giorni era un continuo sturare quel suo pertugio per riempire «tùmmina» di frumento da trasferire in pagamento ai creditori.
Così, a conti fatti, una larga fetta del tanto sudato raccolto sfumava ben presto. Per cui non sempre era sufficiente ad assicurare alla famiglia del mezzadro, del piccolo affittuario, il necessario fabbisogno per tutto l'anno.
Accadeva così che il metatiere e il piccolo affittuario, durante l'anno fossero costretti a chiedere in prestito qualche sarma di grano al padrone che non sempre la concedeva e, in ogni caso, sempre ad usura. L'anno successivo il padrone detraeva dalla quota di grano spettante al contadino, quella concessagli in prestito. E così tutti gli anni il contadino aveva lo stesso problema: non arrivava mai alla fine dell' anno senza dover chiedere il prestito al padrone; e quindi non riusciva mai ad evitare l'indebitamento.

Ecco perché il contadino guardava al figlio che cresceva, come a quello che appena in grado di reggere la zappa o di stare appresso alle pecore o alle vacche, sarebbe stato una mezza fetta di pane in più che poteva aiutare la famiglia. E non importa se quel figlio non sarebbe andato a scuola e sarebbe cresciuto nell'ignoranza: era tutto nelle previsioni del bilancio della famiglia, tutto calcolato, sin da quando quel benedetto figliolo era venuto al mondo. Il sapere non sazia! I figli maschi in una famiglia, bene o male, qualcosa potevano rendere, ma le femmine? Le femmine, intanto, per lo più non venivano mandate a scuola perché la donna serve a casa e non importa che sappia leggere e far di conto.


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