Racconto orientale

Radici & Civiltà

INGUAGGIATO SALVATORE INGUAGGIATO SALVATORE Pubblicato il 11/12/2005
<b>Racconto orientale<b>
L’eventuale pubblicazione di parziali brani musicali allegati a testi scritti è fatta a titolo di Demo, essendo essa finalizzata a documentare la relativa ricerca della rubrica “Radici & civiltà” non avente scopo di lucro, ma, piuttosto, finalità di libera divulgazione culturale.

Racconto orientale



In un villaggio c’era un vecchio molto povero che il Re invidiava per il suo cavallo bianco.

Il Re, per avere il cavallo, aveva offerto moltissimo denaro, ma l’uomo diceva: ”per me, questo animale non è un cavallo, ma una persona.
Come posso vendere una persona, un amico ? “


L’uomo, pur essendo povero, non vendette mai il suo cavallo.
Un mattina, si accorse che il cavallo non era più nella stalla.

Tutto il villaggio si radunò e gli disse: ”vecchio stupido! Si sapeva che un giorno qualcuno avrebbe rubato il cavallo. Sarebbe stato meglio venderlo. Che disgrazia! “

Il vecchio disse: ”non dite così, dite semplicemente che il cavallo non è più nella stalla. Questo è il dato di fatto, il resto è giudizio. Non so se sia stata sfortuna o benedizione, perché questo è solo un giudizio. Chi può sapere quello che potrà succedere.”

I paesani risero del vecchio, sapendolo un po’ matto.
Ma 15 giorni dopo, una notte, improvvisamente, il cavallo ritornò, a riprova che non era stato rubato, ma che era fuggito nella foresta.
E da lì esso aveva condotto con sé una dozzina di cavalli selvatici.

I paesani continuarono ad incontrarsi e gli dissero: ”vecchio, avevi ragione. Non è stata una sfortuna, ma una benedizione”.

Disse:“Vi siete pronunciati ancora una volta. Limitatevi a dire, invece, che il cavallo è ritornato. Chi può dire che sia stata una benedizione o meno? Questo è solo un particolare. Se di una frase leggete solamente una parola, come potete giudicare l’intero libro? “
I paesani, questa volta, non poterono dire molto di più, ma in cuor loro sapevano di aver torto.

Il figlio del vecchio aveva cominciato ad addestrare quei bei dodici cavalli.
Ma una settimana dopo, cadde da cavallo, fratturandosi le gambe.
I paesani si radunarono ancora una volta per giudicarlo.
Gli dissero: ”hai avuto ancora ragione. E’ stata una sfortuna. Tuo figlio ha perduto l’uso delle gambe, lui che per la tua vecchiaia sarebbe stato l’unico aiuto. Ora sei più povero che mai! “

Il vecchio disse: ”siete ossessionati dal giudicare. Non giudicate, limitatevi a dire che mio figlio si è fratturato le gambe. Nessuno sa se ciò sia stata una sfortuna o una benedizione. La vita è fatta di frammenti, non abbiamo altro.”

Dopo alcune settimane, avvenne che quella Nazione entrò in guerra e tutti i giovani furono costretti ad arruolarsi. Soltanto il figlio del vecchio non fu chiamato alle armi, dato che era convalescente dalle fratture.

L’intera comunità piangeva, perché sapeva che quelle era una guerra perduta e che la maggior parte dei giovani non sarebbe più ritornata.

Andarono dal vecchio e gli dissero: ”E’ stata una benedizione che tuo figlio sia stato storpio, almeno così è con te. I nostri figli invece sono andati via per sempre.”

Il vecchio disse: ”Voi continuate a giudicare. Nessuno sa niente! Limitatevi a dire che i vostri figli sono stati costretti ad arruolarsi e mio figlio no”

Solamente Dio sa se ciò sia stata una benedizione o una sfortuna.Non giudicate, dato che non ne avete piena conoscenza.
In verità, la giornata non finisce mai! Una strada finisce ed un’altra comincia, una porta si chiude ed un’altra si apre.

Quelli che non giudicano, sono contenti di vivere il momento presente e di crescere in esso. Solamente essi sanno camminare con Dio.

La prossima volta che tirerete delle conclusioni affrettate su un fatto o su una persona, ricordatevi di questo messaggio.“


Traduzione italiana di Salvatore Inguaggiato


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