Per noi donne - ( Para nosotros mujeres ) -

Radici & Civiltà

LO BLUNDO CLAUDIA LO BLUNDO CLAUDIA Pubblicato il 11/03/2006
<b>Per noi donne</b>  -  ( Para nosotros mujeres )  -
L’eventuale pubblicazione di parziali brani musicali allegati a testi scritti è fatta a titolo di Demo, essendo essa finalizzata a documentare la relativa ricerca della rubrica “Radici & civiltà” non avente scopo di lucro, ma, piuttosto, finalità di libera divulgazione culturale.

Per noi donne - ( Para nosotros mujeres ) -



Sembra sia ormai accertato che la donna ha dominato la società preistorica. Mentre l'uomo si dedicava alla caccia od alla costruzione di case ed utensili, la donna accudiva ai figli, si dedicava all'agricoltura ed era la prima narratrice dei fatti che si succedevano.

Quando smisero la vita nomade divenendo pastori ed agricoltori, gli uomini iniziarono a gestire la vita sociale; viene da pensare che abbiano ottenuto ciò sfruttando le loro capacità fisiche, in particolare la forza che manca alle donne e che é connaturale all'uomo: l'uomo forte difendeva la propria donna, i propri figli, la propria tribù. Il defensor patriae latino in realtà, era sorto alcuni millenni prima e la donna, per amore o per timore, iniziò a cedere fino a trovarsi in stato di sottomissione. Nei millenni successivi la donna ha sempre anelato al raggiungimento della propria indipendenza ed al riconoscimento della parità con l'uomo.

Attraverso i secoli, sotto ogni cielo ed in ogni situazione sociale, la donna ha tentato di affrancarsi dal dominio dell'uomo, ha cercato una libertà che talvolta era permessa a donne speciali, particolari, che si sono distinte per l'apporto che hanno saputo dare all'evoluzione storica del proprio popolo.

Cosa è questa libertà che la donna chiede per sé e che tanti uomini oggi si sentono di doverle riconoscere?
E la libertà, la sicurezza interiore, psicologica, la consapevolezza personale delle proprie capacità.

Forse, in qualche modo, la donna deve ringraziare l'uomo se è riuscita ad acquisire questa sicurezza, questa libertà: un uomo che, per primo, certo con un gesto di grande amore, riconobbe che la donna -forse la madre o la moglie o la figlia- aveva diritto ad una forma di rispetto non riconosciuto fino ad allora.

Diciamo che quell'uomo si é dato la zappa sui piedi ed altri lo hanno seguito: da allora è stato difficile fermare le donne!

Forse per questo sembrerebbe che questa libertà acquisita dalle donne abbia progressivamente distrutto l'uomo.

Ma mi domando: è poi vero che la donna l'ha raggiunta grazie ad un uomo o, piuttosto, l'aveva come forza latente, nascosta, che veniva fuori solo in rari casi?
Ed è e poi vero che questa libertà abbia distrutto o stia distruggendo l'uomo?

Si può distruggere qualcosa o qualcuno al quale, in effetti, si tiene?

Claudia Lo Blundo, autrice e voce narrante.


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