CURIOSITÀ SULL' ASPARAGO

Radici & Civiltà

REPORTER REPORTER Pubblicato il 08/06/2006
<b>CURIOSITÀ SULL' ASPARAGO</b>

CURIOSITÀ SULL' ASPARAGO



Breve documentazione tratta da un dépliant, recentemente edito a cura del Consorzio omonimo .

Per ulteriori approfondimenti si vada su www.asparagodibassano.com


La scoperta dell' asparago di Bassano, asparago del tipo "bianco", si narra sia stata del tutto casuale e dovuta ad una grandinata violentissima che si abbatté nella zona intorno al ‘500. Tale grandinata avrebbe distrutto la parte epigea dell' ortaggio costringendo così il colono a cogliere la parte che stava sotto terra, cioé la parte bianca. Ci si accorse, con stupore, che oltre ad essere commestibile era anche saporita e di gusto gradevole e da allora si cominciò a cogliere l'asparago prima che spuntasse da terra.

Tuttavia tra le genti del Bassanese corre un' altra leggenda. Si narra Infatti che S. Antonio da Padova, di ritorno dalle missioni africane, avesse portato con sé alcune sementi dell'asparago delle quali si sarebbe servito per ammansire il feroce Ezzelino; infatti mentre se ne ritornava nella città patavina, percorrendo quel tratto di strada che va da Bassano a Nove, avrebbe seminato tra le siepi le sementi dell'asparago, le quali avrebbero rigogliosamente allignato in una terra che tutt'oggi è fra le più feconde per la coltura del turrione.

Certo é che la coltivazione dell'asparago nel territorio di Bassano é antichissima; esaminando le note per banchetti della Repubblica veneta (XV e XVI sec) si trovano notizie certe sull'esistenza dell' ortaggio.
In documenti datati 1534, per esempio, ci si riferisce a spese fatte per il magnifico messer Hettor Loredan, Official alle Rason Vecchie “per sparasi mazi 130, lire 3 et soldi 10".


Persino durante il Concilio di Trento (1545-1563) alcuni padri conciliari, passando per Bassano con il loro seguito, ebbero modo di gustare, tra i vari prodotti locali, anche i "sparasi"; così tra discussioni teologiche e "magnade de sparasi" i padri conciliari promossero, forse, il primo lancio turistico dell' asparago di Bassano, mettendone in risalto soprattutto le virtù dietetiche. Da allora tanta acqua é passata sotto il ponte di Bassano e l'asparago bianco sempre più si é diffuso arrivando ad essere conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo.


Come conservarli
Gli asparagi sono un prodotto facilmente deperibile, si consiglia di consumarli entro le quaranta otto ore dalla raccolta. Per conservarli in maniera corretta, immergerli completamente in abbondante acqua fredda e cambiarla almeno 3 volte al giorno.


ASPARAGI ALLA BASSANESE



“QUANDO A BASSAN VIÈN PRIMAVERA
SE VERSE LA CA’ E LA SPARASÈRA”


A ciascuna persona "toccheranno” almeno 600 gr. di asparagi bianchi di Bassano, turgidi e fragili come il vetro, belli come obelischi, candidi come l’anima di un fanciullo.
Basterà raschiarli con cura dalla metà in giù sino alla base, quindi si legheranno a mazzo con spago bianco da cucina che dovrà “carezzarli” e non “segnarne” l’esistenza ed infine si immergeranno ben ritti in una apposita pentola da asparagi alta e stretta, contenente poca acqua in ebollizione salata (questa non dovrà superare la metà dell’altezza dell’asparago).
Le punte dell’asparago non devono mai subire l’onta del bagno in acqua. Il mazzo una volta cotto, va tolto delicatamente dalla pentola, adagiato su un telo di lino, slegato, ammantato nello stesso telo e servito subito.


Lo si accompagna con due uova per ciascun commensale che andranno lessate contemporaneamente agli asparagi per un tempo effettivo di 6-8 minuti, in modo che la parte centrale del tuorlo rimanga cremosa. Le uova appena cotte e calde, andranno schiacciate direttamente a tavola con i rebbi di una forchetta e condite con sale pepe, macinato al momento, qualche stilla di ottimo aceto di vino bianco e olio extra vergine di oliva bassanese, necessario al fine di ottenere una salsina d’uovo cremosa di giusta consistenza.


Il commensale scoprirà dal telo i candidi “obelischi” e, uno ad uno, li intingerà nella salsa d’uovo a partire dalla punta. Quello che succederà alle papille gustative, successivamente, lo si lascia provare ai fortunati che si imbatteranno in tale delizia, frutto della buona terra dell’agro bassanese e della passione di chi la coltiva, la coccola e la tratta come un bene prezioso, evitando di contaminarla e di violentarla in alcun modo, cosicché i suoi frutti siano autenticamente biologici.


Gli asparagi bassanesi meritano di essere gustati come piatto importante sulla “scena” della tavola. Da soli costituiscono un piatto (e un pasto) completo che non abbisogna necessariamente di essere preceduto o seguito da altri cibi, ma che essendo un “nobile” della tavola, gradisce essere accompagnato da un altrettanto nobile vino da sorseggiare con parsimonia per preparare il palato al successivo asparago ammantato di salsa.
Gli asparagi di Bassano preparati “alla bassanese” non hanno eguali e, nella loro aurea semplicità, non temono confronto con alcun cibo.


di Amedeo Sandri


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