C’era una volta…

Radici & Civiltà

DI MARCO TANIA DI MARCO TANIA Pubblicato il 16/01/2007
<b>C’era una volta…</b>

C’era una volta…



Il cellulare ormai è uno strumento alla portata di tutti, che non ci sorprende più, neppure con le sue funzioni più sofisticate e impegnative.
Ma come nasce questo piccolo miracolo della tecnologia? Ripercorriamo insieme le tappe e gli avvenimenti più “curiosi” che hanno portato alla creazione del telefono portatile.

Chi non ha un cellulare? Anzi, verrebbe da chiedersi: chi non ha in famiglia almeno due o tre cellulari? Perché è questa la portata del fenomeno in Italia, un boom tecnologico e passionale che non ha conosciuto freni negli ultimi anni, e che anzi sembra destinato a crescere ancora con l’arrivo delle ultime tecnologie legate al telefonino, come per esempio la videochiamata, la navigazione satellitare, la possibilità di personalizzare al massimo le suonerie…

La mania per il cellulare (che ha quasi le forme dell’ossesione) è recente. Non occorre andare troppo indietro nel tempo per ricordare un’epoca senza cellulari. Bastano dieci anni. A quei tempi lo squillo dei telefonini era un evento raro. Chi li possedeva era guardato con sospetto. “Che ci faranno?” ci chiedevamo “Con chi parleranno? Che interesse avranno a essere sempre rintracciabili?”. In quei tempi i possessori dei primi telefonini ci sembravano i membri di una nuova razza di screanzati.
Per non parlare di quelli che giravano per strada chiacchierando da soli a voce alta, gesticolando come dei pazzi con un interlocutore immaginario…non conoscevamo, ancora, gli auricolari!

Oggi invece, se prendiamo un autobus e un cellulare non squilla subito pensiamo: “Chissà perché non c’è campo…!”.

Sono finiti i tempi in cui tutti i telefonini suonavano allo stesso modo, mettendo in agitazione contemporaneamente tutti i possessori di cellulari della stessa marca in un medesimo ambiente: “E’ il tuo?” “No, forse è il suo.” “Può essere il mio?”…tipico! Oggi la personalizzazione del telefonino passa anche dalla scelta di una suoneria unica e particolare. Questione di gusti!

E’ cambiato anche il modo di comunicare…VIA IL VECCHIO AVANTI IL NUOVO! Ricordate quando si scrivevano quelle belle lettere di pagine e pagine (sembra passata un’eternità!)? Adesso con un SMS si possono racchiudere tanti pensieri in 160 caratteri, e per risparmiare si accorciano le parole: tvb (ti voglio bene), xkè nn usciam qlk sera,t va? (perché non usciamo qualche sera, ti va?)…..
Ma c’è anche chi non ha tutto questo tempo a disposizione, così utilizza 2 metodi per scrivere SMS:

gli SMILE, delle simpatiche rappresentazioni di faccine scheletriche che esprimono lo stato d’animo:

:-) (sono contento), :-( (sono triste)…

- il famoso T9: invece di star lì a perdere tempo a premere continuamente la tastiera, il nostro fedele cellulare ci realizza praticamente da solo le parole.
Definisce “molto utile” questo metodo chi ha qualche lacuna grammaticale…!

Non abbiamo più credito nel cellulare? NO PROBLEM! Addebitiamo la chiamata! Sempre che si trovi chi decide di riceverla…ovviamente!!!

Vuoi inviare SMS anonimi? Digita il codice ed è fatta! Se questo metodo si utilizza per inviare SMS “compromettenti” attenzione, al ricevente potrebbe comunque (per qualsiasi ragione) risultare il numero del mittente: beccati!
In ogni caso niente è impossibile, e con una denuncia si può scoprire chi ha inviato il messaggio!

Tra le nuove mode c’è quella di ascoltare musica in formato MP3 usando il telefonino ovunque ci si trovi…non lamentiamoci poi, però, se il telefonino si spegne (come spesso succede) proprio quando sarebbe più utile che mai! Magari quando si è in ritardo e si vorrebbe avvisare qualcuno, o quando l’automobile ci ha lasciato a piedi…capita anche questo purtroppo! Frase tipica: “Quando serve il cellulare è sempre scarico!”.

A giudicare dalle statistiche gli stravaganti, o gli incoscienti, sembrerebbero proprio quelli che il cellulare ancora rifiutano di averlo, o quelli che se ce l’hanno lo tengono quasi sempre spento, o ne comprano uno che andrà bene per sempre, perché tanto “serve solo a telefonare”…

L’Italia non è seconda a nessuno in quanto a possesso di cellulari. Più del 90% degli italiani ha almeno un cellulare, e fra questi, il 9% arriva a possederne 4.
Con circa 14.000.000 di telefonini venduti in Italia nel 2004, è facile intuire che il business della telefonia sia tanto competitivo quanto ricco. Il nostro è anche uno dei Paesi in cui il numero di SIM ha raggiunto quello della popolazione, ovvero 57.000.000 di utenti. Ovviamente i numeri nascondono l’anomalia di più SIM in mano a un solo utente, ma nonostante ciò, l’attuale diffusione dei cellulari è tale da coprire fasce d’età precedentemente non raggiunte. Il telefonino è quindi in mano agli ultrasessantenni come ai giovani sotto i dieci anni…


Ma quando è cominciata questa rivoluzione? In questo caso dieci anni non sono sufficienti e dobbiamo andare un po’ più lontani nel tempo.

1820: il fisico danese Christian Oersted scopre l’elettromagnetismo.

1821: Michael Faraday scopre l’induzione e costruisce il primo generatore elettrico.

1830: Joseph Henry studia la trasmissione di segnali elettrici e pone le basi per il telegrafo.

1837: Samuel Morse inventa il primo telegrafo.

1842: Samuel Morse realizza il telegrafo senza fili per “conduzione” (segnali attraverso l’acqua).

1843: Studi di Faraday sulla conduzione elettrica nello spazio.

1857: Antonio Meucci porta a compimento l’invenzione del telefono ma non la brevetta.

1864: James Maxwell conclude che luce, elettricità e magnetismo sono tutti fenomeni elettromagnetici che si propagano in onde; studia la possibilità di modulare le onde elettromagnetiche a piacere.

1865: dentista Mahlon Loomis realizza il primo telegrafo senza fili per “induzione” e riesce a trasmettere un segnale attraverso l’aria usando due aquiloni distanti tra loro come trasmettitori-ricevitori.

1875: Thomas Edison studia le forze elettromagnetiche e cerca di utilizzarle per trasmettere segnali nell’aria senza far uso di cavi.

1871: Antonio Meucci ottiene un brevetto biennale per il suo telefono.

1877: Emile Berliner inventa il microfono e vende il brevetto alla Bell Telephone Company.

1879: David Hughes conduce i primi esperimenti di trasmissione di un segnale radio non modulato utilizzando un trasmettitore di segnale (un clic) da lui inventato e utilizzando il telefono come ricevitore. Di fatto realizza il primo telefono mobile della storia.

1879-1886: David Hughes scopre le onde radio, ma la sua scoperta viene erroneamente interpretata.

1881: William Smith perfeziona il telegrafo senza fili utilizzandolo per comunicazioni tra le carrozze di uno stesso treno.

1888: Heinrich Hertz prova che i fenomeni elettromagnetici si propagano nell’atmosfera in forma di onde.

1894: Guglielmo Marconi conduce i primi esperimenti sulla trasmissione di segnali elettrici.

1901: Guglielmo Marconi invia un segnale radio (non modulato) attraverso l’oceano utilizzando il suo sistema di radio-telegrafia.

24 dicembre 1906: Inizio dell’Era radio. Utilizzando onde radio modulate Reginald Fessenden trasmette la voce umana dalla costa del Massachusetts ad alcune navi al largo.

1910: Lars Ericsson inventa il primo telefono mobile in auto del mondo.

1921: Il Detroit Michigan Police Department utilizza per la prima volta un sistema di radio-telefonia mobile per auto.

1935 circa: Vengono sviluppati i primi sistemi di trasmissione in FM (Frequency Modulation).

1945: A Sant Louis, in Missouri, viene inaugurato il primo sistema pubblico di telefonia mobile.


1945-47: Vengono formulati per la prima volta i principi alla base del sistema di telefonia cellulare.

1949-60: Vengono sviluppate le prime reti di telefonia cellulare. Vengono anche messi a punto i primi sistemi di telefonia mobile cellulare, installati soltanto sulle auto, in quanto troppo pesanti per essere portati a mano.

1960 circa: Entra in scena il transistor. Intorno alla metà degli anni sessanta furono introdotti i primi apparati transistorizzati commerciali, molto meno pesanti di quelli precedenti e altrettanto meno assetati di energia.

1964: Negli Stati Uniti viene sviluppato un nuovo sistema che permette la selezione automatica dei canali per la comunicazione telefonica, eliminando così la necessità di ricorrere al servizio di un operatore.

1969: Il sistema IMTS (Improved Mobile Telephone System) diviene lo standard per la telefonia mobile negli Stati Uniti.

1973: Martin Cooper costruisce per la Motorola il primo prototipo di cellulare portatile. In Italia la SIP lancia l’RTMI (Radio Telefono Mobile Integrato), il primo servizio di telefonia radiomobile, con copertura su quasi tutto il territorio del paese. Consente chiamate dirette dall’utente radiomobile alla rete fissa, ma occorre passare dall’operatore per chiamare un telefono mobile dalla rete fissa.

1980: Il telefax viene introdotto dopo vari tentativi.

1983: Motorola introduce il sistema cellulare a livello commerciale. Vengono anche prodotti cellulari portatili “da valigia” dal peso di 12 kg.

1989: Motorola presenta il telefono cellulare personale Micro-TAC. In Italia, la rete RTMS raggiunge la copertura nazionale e ha più di 100.000 abbonati.

1990: Nasce Omnitel Sistemi Radiocellulari Italiani.

1995: Arrivo dei servizi GSM. In Italia inizia il servizio commerciale GSM della SIP e di Omnitel. Inizia l’era del telefonino di massa e degli SMS.

1997: Ci sono circa 7 milioni di abbonati al servizio GSM. Nel 1998 diventano oltre 17 milioni, finchè nell’autunno del 1999 i cellulari (con poco più di 25 milioni) superano il numero delle linee fisse.

2000: Arriva il WAP. Il protocollo permette agli utenti di accedere a Internet tramite un telefonino che sia dotato di browser.

2002: E’ il momento dell’UMTS, il sistema permette un sempre più facile accesso ai servizi avanzati in voce e dati: videotelefonate, videoconferenze, audio e video messaggi, accesso a banche dati on-line, collegamenti e acquisti via internet, trading on-line e servizi di home banking.





LO SAPEVI CHE…



RADIO-TELEFONO DA AUTO


Verso la metà degli anni Cinquanta, a Stoccolma circolavano le prime automobili dotate di telefono. L’impianto era composto da un ricevitore, un trasmettitore e un’unità logica installate nel bagaglio dell’auto, occupandolo completamente. Il telefono, alimentato dalla batteria dell’auto, aveva tutte le funzioni di un telefono normale, solo che consuma così tanta energia che si dice potesse fare soltanto due chiamate: la seconda era sempre quella per far venire un carro-attrezzi!


ERICSSON


Intorno al 1910 Lars Ericsson, già in pensione dopo aver fondato nel 1876 la società omonima, amava starsene nella sua casa in campagna a trastullarsi coi suoi giocattoli tecnologici, spesso usando il suo preferito, il telefono, per chiacchierare con gli amici. Ma sua moglie, Hilda, era di ben altro parere: lei voleva andarsene in giro, viaggiare in lungo e largo. Così, costrinse il marito a comperare una delle ultime diavolerie della meccanica, un’automobile, che avrebbe facilitato i suoi giri. Lars non era contento all’idea di privarsi del telefono, ma non voleva neppure scontentare la moglie, così cercò di raggiungere con lei un compromesso: lui l’avrebbe seguita nei suoi giri in auto, ma in compenso lei gli avrebbe permesso di portare con sé il telefono. Solo che, naturalmente, la tecnologia dei portatili era ben lontana, e quindi c’era un problema da risolvere: come far funzionare il telefono anche per strada?

Ericsson ricordò che i tecnici delle compagnie telefoniche testavano le linee arrampicandosi sui pali telefonici e agganciando poi ai cavi dei semplici telefoni portatili. E così pensò che anche lui poteva fare altrettanto. A quel punto, quando voleva fare una telefonata, gli bastava fermare l’auto nei pressi di una linea telefonica e il gioco era fatto! Hilda agganciava le aste a una coppia di cavi della linea mentre Lars girava la manovella della dinamo del telefono e generava il segnale di chiamata alla centrale più vicina per farsi passare al telefono uno dei suoi amici.
Era nato così il primo telefono mobile a uso civile!


I PRIMI SIAMO NOI


“Pronto, parlo con Joel Engel, il direttore dei Bell Labs? Buongiorno sono Martin Cooper, project manager della Motorola. So che state lavorando a un modello di telefono cellulare portatile. Bè, anche noi ci stiamo lavorando. Solo che noi il cellulare portatile l’abbiamo già realizzato. E la prova di ciò è che sono in strada davanti al vostro edificio e vi sto chiamando proprio dal nostro telefono portatile…!”
Era il 3 aprile 1973 e le strade erano quelle di New York.
Durante gli anni ‘60 e i primi anni ’70 la competizione tra la Motorola e i Bell Labs era forte. Entrambi lavoravano su progetti di telefonia mobile cellulare e si affannavano nel tentativo di realizzare per primi un telefono cellulare portatile. Così quando Cooper, ingegnere responsabile del team di sviluppo alla Motorola, riuscì finalmente ad avere veramente tra le mani il primo telefono cellulare (un prototipo delle dimensioni di un mattone e con un peso appena inferiore al chilo) non fu capace di trattenersi dall’usare proprio quel telefono per comunicare la sua vittoria ai rivali!


IL CELLULARE CONTRO I FALSI


E’ italiana la prima proposta per usare in modo più utile e brillante la fotocamera digitale integrata nei cellulari di ultima generazione. Si tratta del Money Control System, sviluppato e brevettato da L.A. Torino e dotato di un particolare filtro in grado di rilevare l’inchiostro a infrarossi usato dalla Zecca per stampare le banconote.
Per verificare se i soldi, siano essi euro o altra valuta, non sono falsi basta appoggiare il filtro al sensore fotografico, verificare che la luce ambientale sia sufficiente e scattare la foto. Se appaiono le zone stampate con l’inchiostro speciale allora la banconota è vera. In caso contrario la foto mostra un foglio bianco e omogeneo che dichiara la falsità dei soldi in possesso. Attualmente la scheda è ancora in fase di sviluppo anche se il filtro è perfettamente funzionante.



di Tania Di Marco


Fonte di ricerca: ” PC WORLD ”


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