”La ferla”

Radici & Civiltà

CONCIALDI RINO CONCIALDI RINO Pubblicato il 03/02/2007
<b>”La ferla”</b>

”La ferla”


In Sicilia, come in quasi tutto il bacino del Mediterraneo, cresce spontaneo il “foelicum officinale”, comunemente detto finocchio selvatico.

Com’è noto, questa pianta erbacea, appartenente alla famiglia delle ombrellifere, trova impiego in cucina sia in modo esclusivo o misto ad altre erbe o legumi.

Ha sapore ed aroma forte di anice nonchè proprietà digestive. E’ una pianta perenne che cresce rigogliosa in primavera, con la tendenza ad infoltirsi in ceppi. D’inverno, muore in superficie, ma resta sempre viva nelle sue radici sotterranee. Il suo sviluppo è prettamente orizzontale.

Della stessa famiglia, ma non commestibile, è un’altra pianta ad essa simile: il “finocchiastro”, comunemente detto anche “ferla”. Al pari del finocchio selvatico, è una pianta molto diffusa in Sicilia. Ma rispetto alla prima, è molto più vigorosa con notevole estensione in altezza e grossezza: può raggiungere rispettivamente perfino 2 metri di lunghezza e 10 cm. di diametro. Di media pesantezza, quando è ancora verde, diventa leggerissima ad essiccazione avvenuta, a tardo autunno.

Le sue fibre compatte le danno la consistenza del legno, molto simile a quello di balsa, materiale quest’ultimo ben noto agli appassionati di aeromodellismo.

Il suo utilizzo non sfugge alla fantasia e all’ingegno di qualche contadino per ricavarne utensili di lavoro e di arredamento: non è raro il caso della costruzione di sedie, sgabelli ecc.., essendo la “ferla” sia leggera che resistente.

Questa ingegnosità di impiego appartiene anche ad un contadino di origine aliese, attualmente residente a Campobello di Mazzara (Tp) da circa 35 anni. Si tratta di Vincenzo Vicari, sposato con Giuseppina Falcone e padre di Anna e Giuseppe.


Vincenzo, nel suo luogo di residenza, si è fatto onore per la sua laboriosità e per la sua prolifica inventiva che lo ha portato a realizzare tantissime cose, tra le altre, un Presepe in “ferla” o “ferra” che dir si voglia.

Intagliando sapientemente questo materiale, Vincenzo è riuscito a rappresentare in miniatura tanti personaggi ed attrezzi della civiltà contadina: il frantoio oleario, la trebbiatura, l’aratura, il palmento, l’aia dove si svolgeva la cosiddetta “pisata” con i muli, il telaio per la tessitura.

L'anno scorso è stato premiato dall'Amministrazione Comunale ed anche
quest'anno ha partecipato al concorso sperando di raggiungere il primo posto. Ha ricevuto la visita della Commissione giudicante con gli elogi del Sindaco per avere fatto rivivere con la sua originale e fantasiosa realizzazione momenti di vita da molti dimenticata.


Rino Conciali



Nella foto , il Presepe in “ferla” di Vincenzo Vicari


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