Voci Siciliane

GUCCIONE ROMUALDO GUCCIONE ROMUALDO Pubblicato il 18/01/2009
La “vampa di Natali”: una tradizione “tradita”.
In origine,

La “vampa di Natali”: una tradizione “tradita”. In origine,

La “vampa di Natali”: una tradizione “tradita”.

In origine, essa non era altro che un focherello acceso, nello spazio adiacente alla chiesa Matrice, da devoti della solenne funzione del 24 notte, per mitigare il freddo, in attesa che essa iniziasse o che terminasse. Il valore simbolico della luce della “vampa”, accostato al grande evento della nascita di Gesù, forse fin da allora, era considerato marginale rispetto alla vera necessità di scaldarsi un po'.

Via via nel tempo, questa consuetudine ha assunto connotazioni diverse e nulla affatto religiose, non dissimili da pratiche scaramantiche e beneauguranti di un nuovo anno: così da trasformare il focherello originario in un falò sempre più grande, in considerazione del fatto che se più alta fosse stata la vampa più grande sarebbe stata la buona sorte auspicata!

E' innegabile che la fiamma di un fuoco, piccolo o grande che sia, diventi attrattiva irresistibile per tutti: perfino la fiamma di un caminetto domestico acceso è motivo di abbellimento architetturale e godimento estetico per gli astanti.

Ed allora ci si può chiedere: perchè ancor oggi si vuol far credere che la cosiddetta “vampa di Natali” continui ad essere quella di una volta, giustificata, più che da un valore religioso, dalla necessità di scaldarsi un po' davanti al sagrato della chiesa?

Oggi, nessuno più soffre il freddo come una volta, le cautele di idoneo abbigliamento sono alla portata di tutti; in chiesa c'è il riscaldamento e perfino le automobili sono riscaldate.

Considerato che non esiste più alcuna relazione tra l'evento religioso e la necessità di scaldarsi, ci si può chiedere: perchè mai si debba perpetuare questa abitudine proprio davanti ad una chiesa, soprattutto tra le abitazioni viciniori, con grave pregiudizio e danno dell'ambiente?

Certamente, queste riflessioni non appartengono alle menti della gente che contribuisce ad accatastare legna (ed altro!) da cui poi far sprigionare un falò.. più grande possibile per il gusto di...”arrostirsi” davanti ad esso.

Però, esse dovrebbero appartenere ai responsabili di Istituzioni civili e religiose, più che alle forze di pubblica sicurezza. Ogni tanto bisognerebbe fare il punto della situazione sullo stato di evoluzione della società, nel tempo, e, da convinti ricercatori, comunicare, persuadendo, che non tutte le tradizioni sono da “considerare come oro colato” e che tra di esse qualcuna va abolita o, meglio, corretta e adattata, mancando dei presupposti originari.

C'è modo e modo di fare le cose e, cercandola, ogni problema ha la sua soluzione. Così è per questa piccola (grande) questione: basta tenere presente che non è più il caso di parlare di “Vampa di Natali”, nel senso religioso del termine.

Ed allora, se si ritiene che sia assolutamente necessario scaldarsi un po', partecipare a pratiche scaramantiche o godere del fascino di un falò, ci si raduni nello spazio di un'ampia piazza lontana dagli edifici circostanti e buon divertimento...senza arrecare danni a persone e ad ambiente.

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