Voci Siciliane

DRAGO CALOGERO DRAGO CALOGERO Pubblicato il 15/02/2009
Con grande rammarico mi spiace l’essermi perso la diatriba sulla Vampa

Con grande rammarico mi spiace l’essermi perso la diatriba sulla Vampa

Con grande rammarico mi spiace l’essermi perso la diatriba sulla Vampa, anche perché pochi giorni prima di Natale ad auspicarne una che potesse restare negli annali sono stato io. Da pochi giorni il mio PC ha smesso di fare le bizze e allora eccomi, mi si permetta di dire anche la mia, che purtroppo non è confortata da nessuna sapienza storica ne tanto meno teologica. Metà anni sessanta ancora bambino ho avuto il piacere di partecipare e assistere alla mia prima Vampa di Natale. Quell’anno Luciano Todaro (Ciano) in classe, durante le pause delle lezioni me l’aveva descritta in tutti i minimi particolari, ma viverla in prima persona fù straordinariamente più bella. Noi piccoli a raccogliere legna, i grandi a sistemare la pira. A tarda sera il tutto era pronto. La gente passava frettolosa dirigendosi in chiesa per assistere alla veglia, tra esse due persone anziane, lei avvolta nello scialle lui nel cappotto e con in mano mezzo piede di braciere e rivolto a uno dei ragazzi lo invita a metterlo nel mucchio “accussì la vampa e chiù iauta e forsi lu Bambinieddu sinn’adduna ca ci siemu puru nuatri” e messosi al braccio della moglie si avviò verso il portone della chiesa. Da quel giorno non so perché quando leggo o sento che le uniche opere realizzate dagli uomini, visibili dallo spazio sono la muraglia Cinese e la piramide di Cheope , secondo quanto appreso al catechismo, e cioè che Gesu è in cielo, per assonanza di idee mi viene da pensare “E ANCHE LA VAMPA DI ALIA LA NOTTE DI NATALE” . Vedete, si possono consultare tutti i dizionari al mondo, si possono fare tutte le ricerche storiche possibili, si può inserire qualunque nesso teologico, ma la verità forse è realmente in quel contenitore, non vuoto carissimo Nino Pulvino, ma pieno, pieno di ricordi, pieno di preghiera, pieno di nostalgia, pieno di sogni, pieno di passato, pieno di futuro. Allora io dico che la vampa continui. Gli amministratori trovino una soluzione idonea (come per esempio creare un comitato che la possa gestire adeguatamente) e per noi che siamo lontani sarà sempre motivo di gioia parlarne la sera di Natale ai nostri figli che non l’anno mai vista ne vissuta ( niente di strano caro Mario che tra ventanni possano essere loro o i loro figli ad accendere la prima fascina di “sarmenta” e come Franco “Piliano” gridare (e ora diciticci a li carrabbunera ca ci viennu a p….……) Un caro saluto a tutti.

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