Voci Siciliane

GUCCIARDINO SALVATORE GUCCIARDINO SALVATORE Pubblicato il 20/10/2011
ARTICOLO TRATTO DA

ARTICOLO TRATTO DA "LA REPUBBLICA.IT" di SALVATORE FERLITA Uno sca

ARTICOLO TRATTO DA "LA REPUBBLICA.IT" di SALVATORE FERLITA Uno scandalo di sesso e preti Camilleri oggi torna in libreria Esce il nuovo romanzo dello scrittore, "La setta degli angeli", edito da Sellerio e ispirato a una storia vera. "Ancora non ho capito le ragioni del mio successo: so che a 87 anni mi sveglio e mi metto a scrivere". Andrea Camilleri PALERMO - A Palizzolo, paese di settemila abitanti che si stiracchia nel bel mezzo di grandi latifondi, c`è un gruppo di preti talmente ferventi da premiare le parrocchiane più devote (rigorosamente giovani e belle, meglio se minorenni), con una mezza giornata di esercizi spirituali, da trascorrere in un convento fatto riaprire appositamente. Peccato però che di spirituale gli esercizi hanno poco o nulla, rivelandosi a dir poco ignominiosi e contro natura. Eccovi servito il nerbo del nuovo romanzo di Andrea Camilleri: che germina da un fatto realmente accaduto, allontanandosi a un certo punto dalla verità protocollare, sulla spinta di un immaginario beffardo e caricaturale. Gli ingredienti sono quelli del romanzo storico e civile: il filone che ha consacrato lo scrittore empedoclino (dal "Birraio" a "La concessione del telefono"), consegnandolo alla storia della letteratura. Ingredienti lavorati con la solita maestria per servire al lettore una pietanza a tutta prima succulenta e dolce al palato, che poi però diventa, mano a mano, sempre più pungente e agra; a tal punto da lasciare l`amaro in bocca. Anche se l`abbrivio, va detto, è talmente macchiettistico e iperbolico da risultare irresistibile, ambientato com`è in quello che la letteratura isolana ha consacrato alla stregua di un topos: il circolo di conversazione, elevato a emblema antropologico da Vitaliano Brancati a Leonardo Sciascia. "Certo, si tratta di un luogo privilegiato dai nostri scrittori: campo di forze, di invidie, tiri mancini, e soprattutto di quello che oggi spopola come gossip. Io quei luoghi lì ho avuto la fortuna di frequentarli andando a cercare mio padre: circoli di piccoli borghesi, teatro dei soliti discorsi". Si diceva della storia vera: pare di capire dalla sua nota che lei l`ha incrociata per caso: è così? "Proprio così: spulciando la prefazione dell`ex sindaco di Alia, Gaetano D`Andrea, alla ristampa anastatica di una raccolta di articoli di tale Matteo Teresi, avvocato socialista umanitario. Il libro me lo sono trovato tra le mani non so come: incuriosito dal titolo, "Con la patria nel cuore", ho iniziato a leggerlo. Inutile dire che la storia dei preti che fondano una setta segreta al fine di mobilitare giovani fanciulle ancora vergini m`ha folgorato. Si trattò di un caso che varcò lo Stretto causando lo sdegno di molti esponenti politici e religiosi, tra i quali Turati e Sturzo: un socialista e un prete che si trovano insieme, dalla stessa parte della barricata". Dall`altra parte, invece, gli agrari, la mafia e il clero fanatico, fanno lega, imponendo il silenzio alla popolazione... "L`avvocato Matteo Teresi, che aveva pure una laurea in farmacia, scrive articoli infuocati sul suo giornaletto. Con il risultato di incorrere nell`ira del vescovo di Cefalù, che organizza una processione solenne e riparatrice. Alla fine, con le ossa rotte, è costretto a prendere armi e bagagli e partire per gli Stati Uniti. Insomma, a venire fuori è il solito, vecchio vizio italiano: quello di trasformare il denunziante in denunziato, l`innocente in colpevole, il giudice in reo". Grazie a Dio, nel suo romanzo c`è un capitano piemontese integerrimo, una sorta di argine all`iniquità dilagante. "Il piemontese, che si chiama Montagnet, rappresenta lo Stato unitario di allora, a quarant`anni dall`Unità". A proposito di Unità: anche lei può essere annoverato tra gli scrittori siciliani antirisorgimentali, a partire da "La bolla di componenda"? "I nostri grandi autori hanno a loro modo manifestato un non esplicito timore di perdita di identità. Che poi è lo spavento dei leghisti di oggi. In realtà, i romanzieri siciliani hanno manifestato disappunto sui modi del Risorgimento. A cominciare da Pirandello con "I vecchi e i giovani", per avvicinarci ai nostri giorni". Per tornare al suo nuovo romanzo, lei ha scritto dunque, forse inavvertitamente, un amaro apologo sui nostri tempi? "Chissà: dovremmo chiederci cosa sia cambiato in centodieci anni. Le cose che racconto, non le ho inventate io. Ne ho fatto materia di narrazione, ecco tutto". Nella bandella di copertina, Silvano Nigro tira in ballo la tradizione della novellistica. È stato per lei un serbatoio importante? "Imprescindibile. In me è sempre presente, è stata la mia scuola. Me la porto dentro, ci sbatto il muso di volta in volta". Da un suo romanzo, "La scomparsa di Patò", per la prima volta è stato ricavato un film. Come l`è sembrato? "Dovrebbe andare in giro in Italia a cominciare dalla fine del mese. Mi reputo molto soddisfatto: il film è aderente al libro e soprattutto è ben interpretato". E cosa ci dice del Montalbano giovane della nuova fiction Rai? "Sarà una bella gara tra Montalbano: ho visto il premontato della prima puntata, un ottimo prodotto. Sono curioso di vedere come reagirà il pubblico. Poi ci sarà il ritorno di Montalbano, o Montalbano 2 la vendetta. Chi lo sa?". Le hanno assegnato il premio Campiello alla carriera; l`università di Dublino le conferirà il 5 dicembre la laurea honoris causa; sempre a dicembre riceverà il "Raymond Chandler". Cosa sta succedendo? "Che le devo dire? Sta succedendo che in tarda età arrivano a pioggia i riconoscimenti. Da Dublino mi hanno scritto una lettera simpatica: la avvisiamo che qui Montalbano, anche se dovesse cenare nel migliore dei ristoranti, prenderebbe il primo aereo per l`Italia; che da noi s`è laureato Joyce, non Beckett: forse questo la fa dispiacere un poco. Insomma, mi conoscono, come dicevano i latini, "intus et in cute". Scherzi a parte, il Campiello è stata una esperienza bellissima. Mi sono sentito voluto bene, acclamato quasi". Insomma, stiamo assistendo al suo ingresso nel canone a furor di popolo? "Per elezione, forse. Ma non mi monto la testa". Come riesce a gestire il successo? Ha mai capito le ragioni vere del suo trionfo? "No, non l`ho capito ancora. Una parte importante è a mio avviso l`impossibilità di arrestarmi di fronte alla scrittura, non essermi mai scoraggiato. Lo scrivere per me è stato sempre più importante di qualsiasi idea di pubblicazione. Mi avvio verso gli ottantasette anni ("minchia" direbbe Montalbano). Ma la mattina è sempre la solita storia: mi siedo e mi metto a scrivere. Sarà questa forse una delle ragioni del successo?". Se lo dice lei... "Mah...". (20 ottobre 2011)

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