
ATO, LA CORTE DEI CONTI APPREZZA LA RIFORMA
Con una relazione con la quale si tirano le somme delle disastrosa gestione degli Ato rifiuti tra il 2007 e il 2009, la Corte dei Conti ha definitivamente certificato l`enorme disavanzo che si è prodotto in soli tre anni di gestione del ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani da parte delle società d`ambito. Costi del personale spropositati, ricorrenti disavanzi d`esercizio, continua crescita dello stock di debito patrimoniale, crediti difficilmente esigibili: tutto ciò ha prodotto un indebitamento superiore a 900 milioni di euro. E, a fronte di ciò, percentuali di raccolta differenziata modestissime. Non solo. ma oltre a tutto questo, ciò che preoccupa di più è lo stato di insolvenza delle società d`ambito che, come scrive la sezione di controllo per la Regione siciliana della Corte dei Conti, presieduta da Rita Arrigoni, nella relazione finale della lunga indagine condotta, nei loro bilanci portano in attivo crediti, vantati nei confronti dei comuni e dei contribuenti, sostanzialmente inesigibili e privi di legittimità. Un altro profilo particolarmente negativo evidenziato dall`analisi dei giudizi contabili è quello inerente le assunzioni di personale avvenute in numero eccessivo ed in assenza di programmazione. Con il risultato di ritrovarsi con situazioni come quella del Coinres dei comuni del palermitano, con 524 lavoratori ed un`incidenza del 57% sui costi di produzione o quella dell`Amia di Palermo con ben 2470 dipendenti ed un costo di ben 83 milioni. Un`ulteriore negatività, infine, di questa esperienza rilevata e, giustamente, segnalata, dalla Corte dei Conti è stata riscontrata con riferimento all`elevato numero di soggetti che costituivano i consigli di amministrazione delle società d`ambito e, soprattutto, alle loro rilevanti indennità di carica, in alcuni casi veramente eccessivi. Partendo da queste constatazioni era, quindi, logico che, nelle conclusioni dell`indagine, la sezione di controllo della magistratura contabile esprimesse apprezzamento per l`iniziativa del Governo Lombardo che, con la riforma dell`aprile 2010, ha messo in liquidazione le 27 società, sancendo la fine dell`era degli Ato, ed ha ricostruito il sistema sulla base di dieci nuove società consortili. Sapendo però che l`iter per la liquidazione dei vecchi Ato è ancora in corso e che la costituzione di molti consorzi provinciali segna il passo. Al punto tale che, il presidente dell`AnciSicilia, Giacomo Scala, ha denunciato che tutto è ancora bloccato perchè nserve maggiore chiarezza in ordine all`organizzazione delle nuove strutture. Ma, come ha detto l`assessore Giosuè Marino, il governo, nonostante il ritardo di Roma nell`approvazione del nuovo piano rifiuti, sta anticipando i tempi per potenziare gli impianti nell`Isola e incrementare la percentuale di raccolta differenziata, oltre che attuare un sistema di credito con gli istituti bancari per ripianare i debiti. Il che, se appunto consideriamo quanto rilevato dalla Corte dei Conti per il passato, non è per nulla poco.


