Poesie Siciliane

RINAUDO CRISTINA RINAUDO CRISTINA Pubblicata il 24/10/2010

Mai più italiana sarò



Dolore struggente

costante, impertinente

m`attacca:

é astenia d`utopia!

Sorte vigliacca,

fammi la giacca, portami via.



Gli incubi notturni

prendon vita nei diurni.

Poco basta:

"basta dire basta!"

Ma, pratiche soluzioni

mi fan venire le convulsioni.



Dolore concreto,

metti un veto.

Fantasie impazzite,

abortite, appena concepite,

ci vuole coraggio,

ma, è un oltraggio.



Esistono soluzioni

per questo incubo indelebile?

Ormai son disabile,

lontane e cieche son le opzioni.

Troppe leggi

fan gli sfreggi,

è illegale avere ragione,

e illegale ogni dimostrazione,

è illegale essere felici,

avere amici.



vorrei andare in galrera,

per avere una vita vera,

è dire ogni cosa,

che con la testa si sposa.

Per avere la libertà

di un umana dignità.

Non subire più le loro ideologie,

patetiche, fameliche patologie,

i loro eccidi.

Ma dove ha lo stato i pesticidi?



Torturata fisicamente,

psichicamente.

Tutto quello che ho costruito

se lo sono rubato, mangiato.



Nella mano, è rimasto

di speranza un granello,

non gli e lo darò in pasto!

Magari in gabbia, ma vivro uccello.



Canterò, sognerò,

vivrò

felice e audace,

come, un rapace.



Mai più italiana sarò

perchè con la vita lotterò,

abbasso il governo italiano

che schiavo e nudo fa il cittadino.

Gli italiani, al guinzaglio, abbaiano:

"delle leggi ne faremo uno spuntino!"



Nasciamo nudi,

cresciamo nudi,

adesso, vi riempiamo di sputi,

perchè, per un abito vi siete venduti?



L`articolo uno

è da tanto a digiuno.

Uccidendo noi

uccidete voi.

Il panesiamo noi

i denti siete voi.



Lievita il malcontento,

la guerra si avvicina,

in fila con sgomento

mettiamo le leggi in candeggina.



Si allo straniero,

anche lui è un uomo vero,

non è lui che toglie il pane,

non è lui che fa la legge infame.

Regaliamo l`osso al cane,

che seppelisce sto letame.

Italiano o forestiero,

basta che ci regala un ruolo vero.



Partiamo, armati di fiaccole,

bruciamo le leggi delle piattole.

Se siamo uniti

di sorrisi saremo rivestiti.



Mai più Italia,

il nuovo governo si chiami aria:



Sian bandite le religioni

che violentano le altrui opinioni.

Brucino i soldi,

degli ingordi,

ritorni il baratto

come patto.

Se tutti produciamo

tutti mangiamo;

mai più il panettiere affamato,

mai più il muratore senza tetto

mai più il dispetto

di un governo malato, ingrato.

Come colombe voliamo nel cielo, sereni,

libere d`amare un solo compagno,

come gatti cambiamo l`indegno compagnio,

perchè, senza contratto che li freni.

Non vi siano più vincoli, insopportabili,

che ci rendano disabili.

Bambino, uomo, veccho, malato,

non più insieme per dispetto,

ma solo se vi è affetto,

nessuno si senta più incatenato.

Non più annunci di delitti,

ma di gloria canti diletti.



Viva l`aria

e in pensione l`Italia.

Brucino i beni materiali,

per dar vita ai morali.

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