Himera’s ,Tempe’s... Transgressions

Radici & Civiltà

DIDACUS DIDACUS Pubblicato il 07/07/2011
<b>Himera’s ,Tempe’s... Transgressions</b>

Himera’s ,Tempe’s... Transgressions



- I carry on mental dialogues with shoots of grapevine, who reveals to me grand thoughts and to whom I can retell… - Goethe.



Il nome dell’autore greco che vi presenterò potrebbe far sorridere, metteva le mani avanti Arena *; e noi, a sentire il nome di Nonno di Panopoli, distendevamo i muscoli delle labbra, come altrettante Gioconde…

Guardando, poi, con la coda dell’occhio il Cataudella, Arena diceva di più di quanto, nel libro, ci fosse, grazie, anche, alla sua vigna all’Acquedotto, impupata, ancora, di persona, perquanto, già, pensionabile, fosse…

Nonno, il puro, Nonno, il santo, nacque a Panopoli, Egitto, attorno alla prima metà del quarto secolo dopo Cristo…. Nelle sue Dionisiache, Nonno di Panopoli riferisce che Dioniso, stanco delle Ménadi, sedusse il bellissimo satiro, Ampelos, la Vite, anzi il Vitigno…

Così ampelografia, ampelodesmo, disa, liama, erica scoparia, hanno a che vedere con Ampelos… Nonne, Magister, tibi, videtur, hic, Ampelos subisse?! chiede retoricamente il candido Giuffrè… Mio nonno è attivo nella vigna!...

Anche mio nonno Eugenio, a Li timpi, tinìa la vigna cuomu ‘na zita… Dopo la zappatura, l’inciciriddata, prima di la ‘nsurfarata, dopo il grande exploit, in lungo e in largo, di mienzu migghiaru di Ampeloi, autoctoni, come nzolia, zibbibbo, catarrattu, muscatieddu, minna di vacca, plastica e sensuale, come natura morta di Caravaggio, innesto mirato a Rosina, non appena che la vigna, o Ampelos, avesse allungato abbastanza i suoi tralci e allargato i suoi pampini; prima di l’insurfarata e prima che i brevettati, tenaci, viticci venissero fuori e si avvinghiassero a checché e a chicchessia, nonno Eugenio effettuava l’attralciatura della vigna.

Estendendo, quanto più possibile, l’apertura delle braccia, per una loro ereditaria cortezza, con estrema delicatezza, raccogliendo e convogliando i tralci della vite, l’abbracciava e l’abbigliava come corpo umano dalla lignea colonna vertebrale; approfondiva l’amplesso, poi, e senza mollare la presa, continuava a vezzeggiarla, palleggiarla, corteggiarla, a distanza ravvicinata…

Prossimo all’acme, se la portava, vieppiù, sul braccio sinistro, cingendo i fianchi di Ampelos, con una cinquina di fili di ampelodesmo, che cresceva, spontaneamente, sulle brulle timpe, sovrastanti la vigna…

E, un cuorpu a la utti e unu, a lu timpagnu, mentre noi ancora digitiamo, l’impupata di un mienzu migghiaru di Ampeloi, era cosa fatta, non senza il sigillo di lu catinazzu, brevettato, anch’esso, da secoli, effetto del twisting e della chiusura ad 8 dei due capi di ampelodesmo….



Didacus

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Note

* Nicola Arena, professore di Latino e Greco al Liceo classico di  Termini Imerese'> Termini Imerese, negli anni '60.


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