Roccapalumba:Ritorna in carcere dopo tre mesi di libert
ROCCAPALUMBA. (*az*) Tre mesi fa era tornato a casa dopo aver scontato l'ennesima pena detentiva per i suoi reiterati reati. Ora ha dovuto fare ?dietro front? e ?riassaporare? la monotona quotidianit? del carcere. E' finito di nuovo in manette Domenico Pecoraro, 42 anni, noto pregiudicato del paese, uno dei leader di una famiglia interamente dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti.
I carabinieri di Roccapalumba lo hanno arrestato proprio all'interno della caserma cittadina dove Domenico Pecoraro si era recato per apporre la firma in quanto sottoposto all'obbligo di sorveglianza speciale. E cos? gli ? stato notificato anche l'ordine di esecuzione della pena firmato dal Pubblico ministero Ganluca De Leo della Procura della Repubblica del Tribunale di Termini Imerese. Per i reati di tentato omicidio e traffico di sostanze stupefacenti la magistratura termitana gli ha inflitto una pena pesante: 14 anni, 5 mesi e 14 giorni di reclusione.
I fatti risalgono alle prime luci dell'alba del 28 novembre 2000. Nel corso di una perquisizione domiciliare effettuata dai militari dell'Arma della locale caserma insieme a quelli della Compagnia lercarese, Domenico Pecoraro perse la calma e, soprattutto, la testa. Con freddezza impugn? una pistola semiautomatica e la punt? contro i carabinieri. Poi, senza tanti scrupoli, azion? la leva di sparo. Per fortuna il colpo non esplose. I militari erano proprio sotto tiro. Se il proiettile fosse partito ci sarebbe scappato senza dubbio il morto. Domenico Pecoraro venne subito immobilizzato, disarmato e ammanettato. Nel corso del blitz, all'interno dell'abitazione i carabinieri trovarono 75,8 e 42,8 grammi rispettivamente di marijuana e hashish.
L'operazione conferm? i sospetti degli inquirenti: dentro quella casa di via Galilei si spacciava droga. E anche tanta. La polvere bianca non serviva soltanto per soddisfare le esigenze di qualche residente, ma anche di numerosi schiavi dell'hinterland. Da allora l'abitazione e i suoi numerosi occupanti finirono nel mirino investigativo. Telecamere, appostamenti, intercettazioni telefoniche portarono a un altro grande risultato sfociato nella retata del 24 maggio del 2002. All'alba di quel giorno scattarono undici arresti e quella che gli inquirenti definirono un'impresa familiare dello spaccio venne smantellata. In poche ore vennero presi cinque fratelli e sorelle della famiglia Pecoraro, un cognato e presunti complici residenti nei centri vicini: da Alia, a Valledolmo , a Lercara Friddi. In casa furono trovati 15 mila euro in contanti e un chilo e mezzo di hashish. Il denaro era custodito dentro alcuni barattoli di vetro ed occultati in buchi realizzati nei muri perimetrali del
la casa, poi coperti con lo stucco. La droga, invece, era stata avvolta in sacchetti di cellophane e seppellita nel terreno circostante. Antonello Zimbardo
2? PEZZO
(*az*) Ai carabinieri che lo stavano ammanettato Domenico Pecoraro ha detto: ?State commettendo un grave errore giudiziario?. La sentenza definitiva della Corte d'appello di Palermo ? arrivata come un fulmine a ciel sereno per il noto pregiudicato del paese. Non ha avuto il tempo di apprezzare la nuova vita paesana vissuta all'insegna della libert? che Domenico Pecoraro ? dovuto tornare in carcere. Un ambiente da cui ? entrato e uscito pi? volte nell'ultimo decennio. La droga e la relativa attivit? di spaccio ha arricchito il suo curriculum vitae detentivo. E' finito in galera dall'indomani dell'operazione ?Pecore nere?, e cio? dal 24 maggio 2002, fino al 1? luglio dell'anno successivo. Ai domiciliari, invece, dal 4 luglio 2003, e nuovamente dietro le sbarre dal 17 marzo 2005 fino al 12 ottobre 2007. Durante la sua permanenza in cella ? stato anche ricoverato all'ospedale psichiatrico di Acerra, in Campania.
L'arresto di Domenico Pecoraro ? stato ben accolto dall'opinione pubblica. C'? soddisfazione in paese per il lavoro svolto negli ultimi mesi dai carabinieri della locale caserma che, proprio nei giorni scorsi, hanno arrestato anche Angelo Miceli, un pusher abbastanza ?attivo? e per questo motivo i militari della Benemerita lo hanno sempre tenuto d'occhio. L'attivit? investigativa e di controllo del territorio ha fatto emergere che, pi? volte, Domenico Pecoraro era stato visto in compagnia di Miceli.
A.Z.