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IT ALIA REDAZIONE IT ALIA REDAZIONE Pubblicato il 17/02/2012
I COMUNI E LA MANCATA UTILIZZAZIONE DELLE RISORSE COMUNITARIE

I COMUNI E LA MANCATA UTILIZZAZIONE DELLE RISORSE COMUNITARIE

Nei giorni scorsi abbiamo appreso che sono fortemente a rischio le risorse comunitarie 2007/2013 a distanza quindi da un solo anno dalla scadenza del secondo settennio del Programma Operativo comunitario in favore delle regioni del c.d. dell?obiettivo ?1?, fra le quali la Sicilia è quella che maggiormente è affetta da profonde criticità in termini di utilizzazione delle risorse.
Ciò è apertamente in contraddizione con l?attuale condizione socio-economica della nostra Regione e fa gridare allo scandalo se rapportato alla precaria condizione della finanza locale regionale e con quella, di converso, degli enti locali, i cui bilanci, com?è noto sono ormai al collasso, con la conseguenza che gli amministratori riescono a malapena ad evitare di continuo il dissesto finanziario.
Tutto ciò comporta per le autonomie locali un grave rischio nell?assolvimento delle proprie funzioni fondamentali in termini di servizi da offrire obbligatoriamente ai propri cittadini, che peraltro cominciano ad essere chiamati a compartecipare vieppiù al costo degli stessi sulla scorta di una pressione fiscale che comincia a fare intravedere i propri colpi sempre più incisivi.
L?avere speso appena il 12% delle risorse comunitarie a disposizione della Regione siciliana (circa 11 miliardi di euro ancora giacenti sullo speciale conto corrente aperto in suo favore a Bruxelles e risultando in tale statistica primi solamente rispetto alla Romania!!) fa emergere una condizione di grave default in cui è scivolata la nostra classe politica (e nel contempo anche quella burocratica) regionale.
Infatti apprendiamo che la Regione è riuscita quindi a farsi ?commissariare? dal governo centrale, che ha incaricato una propria ?task force? per verificare tale assurda condizione e trovarne (e noi ci speriamo tanto!!) una idonea soluzione, verificando nel contempo procedure ed un sistema di controlli che non ha di certo funzionato.
Siamo stati quindi ?sostituiti? nonostante la nostra condizione di regione a statuto speciale, che però a nulla è servita se è vero, com?è ormai purtroppo vero, che siamo stati costretti a chiedere aiuto al governo centrale e quasi (è questa la grave contraddizione) l?intervento sostitutivo potrebbe essere intravisto addirittura quale ?benvenuto?!!.
E nel settore che più da vicino riguarda la utilizzabilità dei fondi comunitari in favore della strategia di sviluppo degli enti locali, questa assurda lentezza la si riscontra soprattutto con riferimento al FERS, dove, per esempio, la misura del c.d. ?Sviluppo Urbano sostenibile? ha un fondo disponibile di 719 milioni di euro e che da solo potrebbe muovere politiche di investimenti da tempo agognate dagli amministratori locali, stante che da tempo ormai gli enti locali siciliani quasi le hanno dimenticato per la grave stretta imposta dalle ultime finanziarie nazionali e regionali.
Con questi fondi infatti i comuni della Sicilia avrebbero potuto migliorare la propria immagine nei centri storici, nella viabilità, nelle strutture scolastiche, oltre alla considerazione logica che avrebbero di certo potuto alimentare la magra economia dei nostri territori, creando nel contempo posti di lavoro in favore soprattutto di una dilagante disoccupazione giovanile.
Eppure nel mese di Aprile scorso il Governo della Regione approvò una rimodulazione del programma Fers Sicilia 2007-2013, apportando numerose modifiche, pur mantenendo alcuni criteri di massima condivisibili dal punto di vista degli enti locali, come la concentrazione della spesa su obiettivi prioritari e su base territoriale, la riduzione dell?eccessiva frammentazione del PO, e (proprio) l?accelerazione delle procedure di spesa, oltre l?integrazione degli ambiti di intervento del PO con l?inserimento di nuove aree tematiche prioritarie.?
Il percorso procedurale di riprogrammazione del Programma Operativo FESR 2007-2013, occorre ricordarlo, aveva avuto inizio con la deliberazione di Giunta n. 322 del 4 settembre 2010, che approvò proprio un documento denominato ?Nota metodologico programmatica per la rimodulazione del Programma Operativo FESR Sicilia 2007-2013?, al fine di qualificare la spesa regionale e definire i criteri a cui occorreva fare riferimento per la modifica del programma operativo.
Ma questo risultato negativo è vieppiù scandaloso perchè nella utilizzazione dei fondi comunitari evidenzia soprattutto una netta separazione fra l?azione (si fa per dire !!!) del governo regionale e la persistenza nel determinare uno scollamento costante e continuo con le rappresentanze degli enti locali, che di fatto vengono costantemente emarginati in una assurda logica di rifiuto di qualsiasi forma di concertazione e di collaborazione.
L?ASAEL ha denunciato a più voci e più volte la mancanza di un momento istituzionale di condivisione costante nelle azioni in favore degli enti locali siciliani e che potrebbe realizzarsi unicamente con la realizzazione del tanto auspicato ?Consiglio delle Autonomie?, quale momento di programmazione, analisi e confronto fra la classe politica siciliana e le rappresentanze dei governi locali. Ma purtroppo dobbiamo constatare che un?altra legislatura sta per chiudersi, ma il miracolo (!!) non si è compiuto.
Dalle superiori constatazioni registriamo ancora una volta la sconfitta di quella politica di riscatto dei nostri enti locali, che tanta speranza hanno sempre riposto nell?uso delle risorse comunitarie in favore dei governi locali per uno auspicato sviluppo dei territori sempre agognato e mai purtroppo raggiunto.

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