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IT ALIA REDAZIONE IT ALIA REDAZIONE Pubblicato il 01/07/2013
La posizione del PD di Alia nei confronti dell`Amministrazione Comunale

La posizione del PD di Alia nei confronti dell`Amministrazione Comunale

Da alcuni mesi ad Alia il Partito Democratico si è ricostituito, è stata riaperta la sede del Circolo, si è svolto un Congresso che ha democraticamente eletto un gruppo dirigente e un coordinatore.
Il PD partecipa quindi alla vita politica della comunità, naturalmente esprimendo i propri punti di vista.
Il Partito Democratico, alle ultime elezioni amministrative di Alia, non era presente con propri rappresentanti alla competizione elettorale.
Siamo certi che il nostro elettorato in quelle elezioni ha espresso la maggior parte del consenso verso quei candidati che potevano rappresentare un rinnovamento politico e culturale.

Il dato politico di quella consultazione è stato che moltissimi cittadini (556 elettori per la precisione) hanno votato le liste ma non hanno votato per il sindaco.
Un Sindaco uscente che prende moltissimi voti in meno rispetto alla sua lista certamente non si può dire che sia un Sindaco premiato dal voto popolare.
La lista vincente ha visto l’affermazione di volti nuovi, a dimostrazione che gli elettori hanno indirizzato il loro consenso chiedendo il rinnovo di quel gruppo politico che nei cinque anni precedenti si era consolidato come una “famiglia oligarchica”.

Ad un anno di distanza quelle aspettative sono state tradite.
Infatti con le recenti scelte compiute dall’attuale amministrazione comunale, si vede come il potere del nostro paese sia rimasto ben saldo nelle mani della stessa “famiglia”.

Gli altri, e soprattutto i volti nuovi, non contano un fico secco.
Ma c’è di più: questo gruppo di potere vede che il vento è cambiato, la mammella berlusconiana è ormai prosciugata e quindi bisogna correre ai ripari. Come? Qualcuno continua a mantenere i rapporti con i berlusconiani, altri hanno cominciato ad avvicinare esponenti del PD e del Megafono di Crocetta, visti i nuovi rapporti di potere alla Regione.
L’importante è rimanere sempre in sella e mantenere il potere come una famiglia. Incredibile, quei signori che solo pochi anni addietro urlavano a squarciagola “mai cu li comunista facciluordi”, adesso fulminati sulla via di Damasco (la via che porta a fare i propri interessi) sono diventati essi stessi “comunisti e facciluordi” e di primo piano!
La ragione vera, comunque, è di natura politica: c’è chi ha una visione del mondo e della società e chi ne ha un’altra, completamente opposta.
Questi personaggi si sono formati con una cultura di destra che nulla ha da condividere con la sinistra. Infatti la politica che loro hanno applicato in passato e continuano ad applicare oggi è il
familismo, pensare prima per la propria appartenenza poi per gli altri; togliere a chi ha di meno e favorire chi ha di più; non riconoscere la meritocrazia; non riconoscere i diritti dei lavoratori; non difendere i lavoratori quando perdono il lavoro; ignorare i sindacati; favorire chi sta dalla loro parte; punire chi non sta con loro; non dare lo stesso spazio e le stesse opportunità a tutte le imprese; non intervenire con corposi investimenti nel sociale in questi momenti di sconforto economico; fare poco o niente per la scuola e la cultura; accumulare debiti; dare incarichi professionali forse a ragion veduta; mantenere doppie o triple cariche pretendendo dei privilegi per sé quando per altri si è preteso che si dimettessero da consigliere comunale qualora nominati assessori; ecc., ecc.

Questo modo di far politica non ha nulla a che fare con il PD.
Siamo alternativi a questo quadro politico e a questa amministrazione che non ci rappresenta.
Il PD non è una proprietà privata dove chi lo dirige decide chi fare entrare e chi no, ma è un partito che ha delle regole che vanno rispettate da chi aderisce, dove si discute liberamente e dove si decide la politica.
Questo lo vogliamo dire a tutti coloro che fanno parte della compagine amministrativa e che dicono di essere del PD: la loro è una politica legittima ma individuale, che non rappresenta le istanze, le posizioni e gli obiettivi del PD di Alia.
Ai giovani di questa compagine, che sono certamente più credibili rispetto ad alcuni personaggi datati, diciamo che dichiarare la propria appartenenza al PD e nello stesso tempo condividere una politica familistica, oligarchica e di destra, è un comportamento politico di comodo e contraddittorio.
Aprire un confronto è auspicabile, discutere certo si deve, ma nella logica e nelle regole del Partito Democratico.
Vogliamo sottolineare ancora con forza che con i trasformisti e qualunquisti, i voltagabbana e tutti coloro che sono sempre pronti a seguire i cambiamenti del vento politico, il PD di Alia non può avere alcuna politica in comune.
Di lupi spelacchiati travestiti da splendidi agnellini ne abbiamo già conosciuti troppi.

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