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IT ALIA REDAZIONE IT ALIA REDAZIONE Pubblicato il 07/02/2014
LA CONDIZIONE DELLA FINANZA LOCALE ALLA LUCE ANCHE DEI RISULTATI DEI TAGLI DEL COMMISSARIO
ALLA FINANZIARIA REGIONALE 2014:
quali ripercussioni sugli enti locali ?!

LA CONDIZIONE DELLA FINANZA LOCALE ALLA LUCE ANCHE DEI RISULTATI DEI TAGLI DEL COMMISSARIO ALLA FINANZIARIA REGIONALE 2014: quali ripercussioni sugli enti locali ?!

La recente manovra finanziaria disegnata dalla Legge di Stabilità nazionale ha evidenziato che la disponibilità per i Comuni per il 2014 di risorse analoghe a quelle godute nel 2013 è indispensabile per garantire l’erogazione di servizi fondamentali per i cittadini, dagli asili nido all’assistenza domiciliare per le persone non autosufficienti, dal trasporto pubblico locale alla tutela ambientale, dalle politiche di sostegno al lavoro alle politiche cultural.; Inoltre lo stesso meccanismo di autonomia impositiva in materia tributaria ridisegnato ancora una volta dal Parlamento ha di già determinato negli amministratori locali una grave preoccupazione per il minor gettito che ai Comuni deriverà dal passaggio dall’IMU alla I.U.C., stante che comporta un dimezzamento del 50% sul solo gettito sulla prima casa.
In questo scenario di già sempre prospettico di soluzioni al tema della congruità delle entrate per finanziare almeno i servizi indispensabili, ora in Sicilia si aggiunge il risultato della recente determinazione del Commissario dello Stato che, com’è noto, ha falcidiato la Finanziaria Regionale 2014, che Governo ed ARS erano riusciti a cucire negli innumerevoli cambi di contenuti alla fine di un interminabile dibattito parlamentare, in cui ciò che entrava la mattina non usciva la sera e su cui è necessario evidenziare che è mancata del tutto una doverosa e preventiva fase di interlocuzione con le rappresentanze delle autonomie.

Ed anche se apparentemente la censura del Commissario dello Stato sembra che avesse lasciato “incolumi” gli interventi della Finanziaria Regionale in favore dei Comuni, con particolare riferimento al sistema dei trasferimenti regionali ed alla problematica relativa alla “proroga dei precari”, non può che esprimersi ugualmente delle fondate preoccupazioni sul particolare momento che alla luce delle innumerevoli impugnative sarà costretto a vivere l’intero contesto delle autonomie.
Infatti vi è da sottolineare che la scure del Commissario ha toccato questioni che hanno a che ben vedere con la vita dei Comuni direttamente ed in via riflessa, al di là delle disposizioni sopra richiamate.
In una prima categoria infatti rientrano i fondi tagliati per i disabili ed in genere per tutti quegli interventi che la Finanziaria aveva previsto per sostenere il c.d. “disagio sociale” e fra questi in particolare ci si riferisce ai fondi per le Ipab, per gli anziani, per gli orfani, per i ciechi e per gli ammalati in generale.
C’è anche il mondo delle infrastrutture culturali (teatri, fondazioni, musei, università,ecct) che nei centri medio-grandi costituiscono sostanziali punti di riferimento per programmare e realizzare le attività culturali da parte degli amministratori locali e che quindi contribuiscono ad elevare la qualità del tessuto sociale e della vita delle comunità.
Vi è ancora la stessa organizzazione della Protezione civile, con cui si raccordano i Comuni per organizzare la politica della prevenzione e dei pronti interventi di fronte alle calamità naturali, stante la ridotta autonomia organizzativa di cui dispongono.
Ma sul sistema stesso molto discutibile dei trasferimenti ai Comuni, che da oggi sarà, com’è noto, imperniato sul sistema della “compartecipazione” al gettito regionale dell’Irpef riscossa in Sicilia nell’ultimo anno precedente l’esercizio di riferimento e che rileva tutta la propria criticità in quanto imperniata su di un elemento che è debole sotto il profilo della certezza e della congruità.
Ciò in quanto il termine della “riscossione” in materia di tributi erariali mal si concilia in questi tempi di profonda crisi con quello della “certezza”.Infatti il riferimento nel nuovo metodo al concetto del “riscosso” in tema di imposte erariali, dovrà essere rapportato alla condizione socio-economica in cui ormai da qualche anno è costretta a sopravvivere la nostra comunità isolana, dove, ad eccezione del reddito di lavoro dipendente, quelli d’impresa e/o di lavoro autonomo evidenziano una crisi sempre più galoppante che non fa intravedere nulla di positivo per la nostra economia.
Ecco perché avevamo in questo senso proposto di soprassedere sulla volontà di tout court di eliminare il Fondo delle autonomie, che, seppur ridotto costantemente nel corso degli ultimi anni da 900 milioni ai 350 dell’ultimo anno, rappresentava comunque un punto di riferimento certo per gli amministratori locali per adempiere all’obbligo di predisporre entro il prossimo mese i bilanci degli enti.
Infine quanto predispone la Finanziaria Regionale, al netto dei tagli commissariali, evidenzia una problematica del precariato, che al di là delle proroghe disposte dovrà trovare nell’arco del triennio soluzioni al tema delle stabilizzazioni in una compatibilità molto difficile da attuare con il concetto delle previsioni nelle piante organiche e con quelli dei fabbisogni strategici.
Ed ancora è da evidenziare che l’intera manovra, per i riflessi nella vita degli enti locali, dovrà ancora superare le difficoltà degli effetti delle regole del patto di stabilità ( della Regione e degli stessi Comuni) ed inoltre con la stessa condizione della congruità delle entrate del bilancio regionale su cui sono di già nate dei pareri discordanti.
Quanto sopra credo che sia abbastanza per dire che i Comuni continueranno anche nel presente esercizio a “navigare a vista”.

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