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IT ALIA REDAZIONE IT ALIA REDAZIONE Pubblicato il 11/05/2015
OSSERVAZIONI E PROPOSTE SUL DDL IN MATERIA DI COMPOSIZIONE DEI CONSIGLI COMUNALI E SULLO STATUS DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI IN SICILIA

OSSERVAZIONI E PROPOSTE SUL DDL IN MATERIA DI COMPOSIZIONE DEI CONSIGLI COMUNALI E SULLO STATUS DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI IN SICILIA

In vista dell’imminente esame da parte dell’ARS del disegno di legge sulla
riforma dello status giuridico ed economico degli amministratori locali, nonché sulla
composizione dei Consigli Comunali, quest’Associazione ritiene opportuno
sottoporre alcune riflessioni per offrire al legislatore spunti ed argomentazioni sulla
scorta dei quali operare delle opportune riflessioni prima di varare le modifiche ad n
sistema delle autonomie locali che nella nostra regione avrebbe di bisogno di un vero
e proprio restyling, che vada oltre gli obiettivi che invece si è posto il disegno di
legge in discussione.
Si premette che in linea di principio si è dell’opinione che anche in Sicilia si
possono applicare le misure delle indennità di già applicate nel resto del paese tramite
le disposizioni contenute nel D.L. n°138/2011.
Ma la maggiore preoccupazione degli amministratori locali è determinata dal
messaggio che è passato nelle ultime settimane (“ ..la gettonopoli dei politici
siciliani,….si firma e lo stipendio è garantito, … “) e nel contempo il proposito del
Governo regionale di varare il disegno di legge che avrebbe avuto l’obiettivo di
recuperare di circa 48 milioni di euro ( indubbiamente sempre un rispettabile
risparmio di risorse pubbliche !!) con il semplice taglio alle indennità ed ai gettoni di
presenza dei consiglieri.
Infatti dagli episodi venuti alla luce negli ultimi tempi e che hanno
indubbiamente evidenziato comportamenti che sotto il profilo dell’etica hanno avuto
poche giustificazioni, è passato nel contempo il messaggio che era assolutamente
urgente tagliare organi, amministratori e quindi i relativi costi, cercando le
motivazioni soprattutto nella quasi “inutilità dell’organo (Consiglio Comunale).
Eppure il Consiglio è assieme al Sindaco l’organo responsabile dell’attuazione
del programma elettorale votati dai cittadini, pur nella diversità dei ruoli, il primo
della programmazione, indirizzi e controllo, il secondo dell’esercizio del potere
esecutivo. Quindi non possiamo parlare di organi e funzioni “inutili” !!
Siamo stati sempre convinti che occorreva operare una seria riscrittura del
sistema ordinamentale delle autonomie locali nella nostra “speciale” realtà regionale,
iniziando, per esempio, una riflessione critica sulla necessità di un ammodernamento
della stessa l.r. n°7/1992 (che ha introdotto la prima elezione diretta del sindaco) con
particolare riferimento, fra i diversi accorgimenti da introdurre, ad una ridefinizione
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dei singoli ruoli e del rapporto fra i due organi istituzionali, ovvero, fra le altre innovazioni, alla previsione della figura del consigliere “supplente”.
Ma ritornando agli invocati tagli, preme sottolineare come di già anche nei nostri enti locali gli amministratori si sono ormai da anni resi protagonisti di una serie di tagli alle indennità ed ai gettoni di presenza, in ossequio e alle disposizioni della normativa statale ed anche per spontanee iniziati che hanno avuto sempre per oggetto il privilegio degli interessi delle comunità rispetto ai propri emolumenti.
Tranne una parte minoritaria dei nostri comuni, nella stragante maggioranza dei casi si è saputo operare regolamentando la stessa erogazione dei gettoni di presenza collegandola quasi sempre alla partecipazione effettiva alle attività dell’organo.
Siamo quindi consapevoli che, soprattutto nell’attuale fase storico-politica del nostro paese e particolarmente della nostra regione, gli amministratori locali considerano la riduzione dei c.d. costi della politica un segnale importante da dare ai nostri cittadini, oggi inverosimilmente salassati da una pressione fiscale senza precedenti e quindi rappresenta un modo di dare un buon esempio, oltre che strumento per realizzare anche una vera e propria equità sociale.
Per quanto concerne dei “permessi retribuiti” di cui gli amministratori hanno diritto per espletare le proprie funzioni istituzionali, occorre ricordare che la Regione con propria Circolare dell’Ass. EE.LL. n°2 del 13/4/2001 aveva di già rimarcato il principio in base al quale ha diritto di essere tutelato chi ricopre cariche pubbliche ed ha previsto strumenti che consentano l’espletamento del mandato disponendo del tempo, dei servizi ed anche delle necessarie risorse tramite l’erogazione di un’indennità monetaria a garanzia “dell’indipendenza e libertà” nell’assolvimento delle funzioni pubbliche (vedi in tal senso Tar Sicilia, Catania, sez.1^, sentenza n°613 del 24/9/1991).
In tal senso occorre considerato che il nostro Costituente ha attuato uno specifico principio laddove nell’art.51 della Costituzione, al comma 3^, ha previsto che “chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro”, assicurando la partecipazione dei lavoratori all’organizzazione politica ed amministrativa del paese (vedi sentenza Corte Cost. n°28 del 23-26 febbraio 1998 ).
E d’altronde se il nostro sistema istituzionale ha assegnato ai Consigli Comunali il ruolo anzidetto di programmazione, indirizzo e controllo sull’attività dell’esecutivo, queste assemblee sono, se e quando lo vogliono, tutt’altro che dei passa-carte !! Hanno notevoli poteri che non sono misurabili soltanto con riferimento al numero delle sedute che sono state necessarie per espletarli. Ed inoltre il potenziamento del ruolo del Consiglio Comunale è strettamente legato alla valorizzazione della funzione dello stesso Consigliere.
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Si tratta quindi di dovere realizzare e far convivere l’interesse pubblico in un rapporto con la fiscalità generale che non potrà che essere “dinamico e non cristallizzato” e come tale soggetto a continue variazioni.
Si ritiene tuttavia che nella anzidetta iniziativa legislativa della Regione che si va a trattare potrebbe individuarsi il rischio di colpire, nel nome delle esigenze di bilancio e del cambiamento politico, il circuito della rappresentanza democratica, in particolare di quella locale, con strumenti normativi che appaiono appunto assai disarmonici rispetto all’impianto costituzionale.
Quanto premesso e rimanendo sempre del principio sopra espresso della inscindibilità di una riforma dello status degli amministratori locali rispetto alla revisione organica ai fini di un necessario ammodernamento dell’intero impianto istituzionale delle autonomie locali siciliane, si evidenzia l’opportunità acchè la riduzione del numero dei componenti i Consigli Comunali, in uno alla riduzione delle indennità e dei rimborsi ai datori di lavoro, con la contestuale contrazione della spesa non abbia a costituire risparmio strutturale a carico del bilancio e quindi da essere considerati quali minori trasferimenti dal fondo delle autonomie per gli enti locali, potendo invece essere considerato quale possibilità di incrementare il finanziamento di servizi per i cittadini e/o per investimenti.

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