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IT ALIA REDAZIONE IT ALIA REDAZIONE Pubblicato il 18/01/2016
L’ASAEL rappresenta all’ARS le proprie criticità
al DDL di Stabilità Regionale 2016

L’ASAEL rappresenta all’ARS le proprie criticità al DDL di Stabilità Regionale 2016

Si è svolta stamani innanzi la 1^ Commissione Legislativa degli “Affari Istituzionali” dell’ARS l’audizione dell’ASAEL in merito al testo del DDL della Legge di Stabilità regionale per l’anno 2016, con particolare riferimento alle varie disposizioni che il Governo della Regione ha proposto e che riguardano la vita delle autonomie locali siciliane, con particolare riferimento alle norme di carattere finanziario.
La delegazione dell’Asael, guidata dal suo Presidente Matteo Cocchiara, ha avanzato, con spirito certamente costruttivo, una serie di criticità che il testo contiene.
Si è innanzi tutto tenuto ancora una volta a sottolineare che l`ipotesi di trasferimento di fondi del bilancio regionale non affronta anche per il corrente esercizio la questione dell`esclusione (oggi ancor più immotivata!) dal novero dei c.d. “piccoli comuni” definiti collinari e montani e cioè quegli enti che, pur essendo al di sotto dei 5000 abitanti ( e in cui favore viene prevista una riserva di almeno 100 milioni di euro), non sono contemplati nella L.n° 984/1977 e che in Sicilia sono appena quindici su 284, alcuni dei quali con caratteristiche del tutto similari.
Stante che questi Comuni, senza alcuna adeguata e sufficiente motivazione e criteri obiettivi, hanno ricevuto di già da alcuni anni trasferimenti di parte corrente ridotti addirittura del 60%, mettendoli ormai nell’impossibilità di erogare servizi essenziali alle popolazioni, si è proposto di farli rientrare nel complessiva riserva anzidetta.
Altra criticità l’Asael la intravede nel contenuto dell’art.8, che evidenzia una ulteriore riduzione nei trasferimenti di parte corrente ai Comuni, rideterminando il plafond da distribuire da 357.700 migliaia di euro dell’anno 2015 a 340.000 migliaia di euro per l’anno 2016 ed in 325.000 migliaia di euro per gli anni 2017 e 2018, nella conclamata considerazione dell’anticipazione al corrente esercizio dell’entrata in vigore della riforma dei c.d. “costi della politica”, non considerando che di già parecchi Comuni hanno operato detti tagli e quindi gli stessi verrebbero una seconda volta danneggiati.
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Si è proposto pertanto di integrare detto plafond, per riportarlo almeno a quello del 2014.
Altro tema affrontato è quello relativo alla mancata previsione di un fondo degli investimenti, che mette i Comuni nella impossibilità di potere intervenire in tema di infrastrutture ed addirittura non darebbe loro la possibilità di potere pagare le rate dei muti contratti.
, stante che alla riduzione dei fondi per spesa corrente si somma la mancanza addirittura di quello per investimenti.
In questo quadro drammatico per gli enti locali, un’altra tegola è rappresentata dall’art.30 che prevede l’istituzione di un nuovo tributo (ecotassa) per il conferimento dei rifiuti in discarica in proporzione all’indice di raccolta differenziata raggiunto nel singolo ente e che pertanto andrà a ricadere sulle tasche dei cittadini amministrati, nella considerazione che in Sicilia il sistema dei rifiuti evidenzia continue emanazioni di leggi di riforma (vedi, per ultimo, la legge n°9/2010) senza vederne mai la definitiva attuazione ed incidendo ormai enormemente sui bilanci degli enti e dove la possibilità di operare la “raccolta differenziata” nella nostra regione è sempre più divenuto un miraggio !.
Si è chiesto pertanto il ritiro di detto provvedimento, in quanto ritenuto quanto mai logico ed opportuno con l’attuale situazione complessiva della vita degli enti locali.
Ulteriore questione affrontata è stata la insufficienza con cui il DDL affronta la questione del negli enti locali>, stante che non basta imporre ai Comuni l’adozione dei piani triennali del fabbisogno del personale, senza sapere nel complesso degli enti quali spazi assunzionali esistono e non prevedendo la copertura finanziaria delle eventuali stabilizzazioni, in relazione, e non per ultimo, con gli obblighi di precedenza per le mobilità da altri enti soppressi (vedi le ex Province).
In conclusione l’Asael ha evidenziato che congiuntamente a detta manovra finanziaria la Regione dia definizione, per i notevoli riflessi che hanno nella funzionalità degli enti locali siciliani, alle questioni riguardanti:
 Finanziamento dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane;
 Le Unioni di Comuni
 I riflessi finanziari che sui Comuni avranno le riforme ancora in itinere del Servizio Idrico Integrato e del Sistema dei Rifiuti all’esame dell’ARS;
 La certezza e la tempestività dei trasferimenti regionali che in base soprattutto alle innovazioni introdotte dal D.Lgs. n°118/2011 non consentono ritardi nell’acquisizione delle entrate per impegnare la spesa.
“Sulla scorta delle superiori analisi, abbiamo chiesto al Governo- conclude Matteo Cocchiara - una complessiva delle disposizioni che la manovra affronta con riferimento ai Comuni, con l’auspicio che delle modifiche avvengano di concerto con le rappresentanze delle autonomie in uno spirito di un progetto utile per la vita degli enti e dei loro amministratori”.
Palermo 12 Gennaio 2016

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